Scritto per Il Fatto Quotidiano del 16/03/2016
Rifiutano l’etichetta di neo-nazisti e si
propongono come “il partito della pace sociale”. Dicono che domenica è stata
“una bella giornata per la democrazia tedesca”, mentre Angela Merkel la
definisce “una giornata pesante”. Il giorno dopo i risultati per loro
lusinghieri delle elezioni in tre Laender, i dirigenti di Alternativa per la
Germania fanno passerella sulle tv non solo tedesche: il movimento d’estrema
destra ha conquistato seggi nei Parlamenti regionali con una propaganda
xenofoba, dopo essersi già assicurato dei seggi a Strasburgo alle europee nel
2014 su posizioni anti-euro e contrarie al salvataggio delle economie del Sud
dell’Unione. Nel 2017, tenterà di entrare nel Bundestag, obiettivo fallito nel
2013, ma oggi a portata di mano.
"La società tedesca vive una
divisione, poiché il ceto medio è impoverito. La Germania ha bisogno di un
partito per la pace sociale: noi vogliamo essere questo partito", dice
Frauke Petry, la leader dell’AfD, parlando in piedi stalla sul piedistallo
delle percentuali di suffragi conseguite, oltre il 24% in Sassonia – Anhalt,
dove sono il secondo partito, il 15,1% in Baden – Wuertemberg, dove sono terzi,
e il 12,6% in Renania-Palatinato, dove sono pure terzi.
Ora, aggiunge la Petry, “bisogna
rivedere" molte cose, dalla politica d’accoglienza dei migranti promossa
dalla cancelliera Merkel: "Dobbiamo rivalutare che cos’è fattibile e che
cosa può essere finanziato dalla Germania, senza diffondere, come fa la
sinistra, idee utopistiche”.
Nella Germania che pare avviata in politica
a una sorta di matriarcato, Frauke e Angela hanno qualcosa in comune: vengono
entrambe dall’Est e hanno entrambe una formazione scientifica, una è una
chimica, l’altra è una fisica chimica. Ma, per la Bbc, “le analogie si fermano
lì”.
Con la Petry e la Merkel, altre due donne
sono state protagoniste della domenica elettorale tedesca: la socialdemocratica
Malu Dreyer ha conservato la sua leadership in Renania Palatinato, rintuzzando
l’attacco di Julia Kloechner, astro nascente dei cristiano-democratici e -per
alcuni– una futura cancelliera, che aveva però fatto campagna prendendo le
distanze dalle scelte della Merkel sui rifugiati e provocando attriti nel
partito.
All’AfD, non piacciono i paragoni con il
Front National di Marine Le Pen o con l’Fpo austriaco che fu di Joerg Haider:
"Non m'interessa il dibattito sulle etichette", dice la Petry. Joerg
Meuthen, suo co-portavoce, sostiene: "Siamo una forza conservatrice nuova,
liberale, rispettosa dei valori civici, aperta al mondo e nel contempo patriottica",
ma non "profondamente nazionalista e socialista" come il Front
National.
Il partito, fondato da Bernd Luecke, un
docente d’economia, moderato, ha subito la virata a destra impostagli dalla
Petry, un’oltranzista, che ha avvicinato i populisti ai neo-nazisti dell’Npd.
Secondo il giornalista tedesco Michael Braun, chi ha votato AfD s’è fermato al
messaggio anti-immigrati, senza leggerne il programma, che contiene pesanti
attacchi allo Stato sociale tedesco.
Ormai presente nei Parlamenti regionali di
otto Laender su 16, il partito trae forza dalla sfiducia verso i maggiori
partiti tradizionali, la Cdu della Merkel e l’Spd di Sigmar Gabriel, scivolato
addirittura al 4° posto in Sassonia Anhalt e nel Baden Wuertemberg. “Vogliamo ripristinare
lo stato di diritto nel nostro Paese –afferma la Petry-. La società tedesca
subisce da anni una disintegrazione che si riflette nell'impoverimento della
classe media: le famiglie non ce la fanno, il futuro nazionale è in discussione”.
Non si vede, però, come possa incidere sulla situazione ordinare alla polizia
d’usare le armi contro i richiedenti asilo.
Nessun commento:
Posta un commento