Scritto per www.GpNewsUsa2016.eu e Formiche.net il 31/03/2016
Susan Sarandon, icona liberal del cinema americano, a
Hillary Clinton gliel’ha proprio giurata: stella di sinistra nel firmamento di stelle
di Hollywood, generalmente democratico, non solo fa campagna per Bernie
Sanders, ma non è neppure sicura che, l’8 novembre, voterebbe l’ex first lady
se non altro per fermare Donald Trump.
Sarandon a parte, il mondo dello spettacolo resta però
accanto alla Clinton, come testimoniano l’endorsement della rivista Rolling
Stone e l’attivismo di George Clooney. E leader internazionali continuano a
spendersi pro Hillary, in funzione anti-Trump, come l’ex presidente del Messico
Vicente Fox, che affida all’ex first lady il compito di “salvare” gli Usa dal
magnate dell’immobiliare, che potrebbe fare scoppiare “una guerra commerciale”.
Intervistata dalla Msnbc, Sarandon, 69 anni ben portati,
ammette che Sanders "probabilmente incoraggerebbe la gente a sostenere la Clinton,
se perdesse” le primarie. Ma lei pensa che “molti sono su una posizione del
tipo 'Mi spiace ma non posso spingermi a farlo'”, cioè a votare Hillary. E al
giornalista che le chiede che cosa farà lei, se l’alternativa sarà tra la
Clinton e Trump, risponde: "Non lo so. Vedrò quando sarà il momento".
L'attrice non ne può più dello 'status quo'
rappresentato dalla Clinton, non vuole un candidato che accetta fondi
dall'industria petrolifera, dai colossi farmaceutici e da Wall Street 'tout
court' e che votò per l’invasione dell’Iraq quand'era senatrice dello Stato di
New York. Per la Sarandon, più che venire da Trump, il male è una situazione in
cui “la polizia è militarizzata, le prigioni privatizzate, c’è la pena di
morte, il salario minimo è basso, i diritti delle donne sono costantemente
minacciati”.
La scelta pro Hillary è invece spiegata da Jann S.
Wenner, co-fondatore di Rolling Stone, perché “idealismo e onestà sono qualità
cruciali – un onore delle armi a Sanders -, ma voglio anche qualcuno con
esperienza che sappia come battersi con durezza”. “E’ difficile non apprezzare
Sanders – scrive Wenner -, ma essere un candidato della rabbia” e dello
scontento “non basta”. Hillary è “il candidato più qualificato alla presidenza
dei tempi moderni, come lo era Al Gore”, che fu battuto da George W. Bush nel
2000.
Sanders, intanto, definisce “oscena” la cena per
raccogliere fondi organizzata da George e Amal Clooney il 15 aprile nella Bay Area
di san Francisco in California: due posti al tavolo principale costeranno oltre
350 mila dollari, cioè “il 400% del reddito medio d’un cittadino di San
Francisco”. Intervistato dalla Cnn, Sanders non critica Clooney, di cui si dice
“un fan”, ma “il sistema corrotto di finanziamento della campagna elettorale”: “i
grandi finanziatori hanno un peso sproporzionato sul processo politico”.
I Clooney non si limitano a organizzare l’evento ‘pro Hillary’ del 15 in California: il giorno dopo, ci sarà un’altra cena, partecipare alla quale costerà ‘solo’ 33 mila dollari. Nel Golden State, le primarie saranno il 7 giugno, con in palio 475 delegati democratici: il bottino più grosso per lo Stato più popoloso. (fonti vv - gp)
I Clooney non si limitano a organizzare l’evento ‘pro Hillary’ del 15 in California: il giorno dopo, ci sarà un’altra cena, partecipare alla quale costerà ‘solo’ 33 mila dollari. Nel Golden State, le primarie saranno il 7 giugno, con in palio 475 delegati democratici: il bottino più grosso per lo Stato più popoloso. (fonti vv - gp)
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