Scritto per www.GpNewsUsa2016.eu e Formiche.net lo 08/03/2016
Anche Michael Bloomberg contro Donald Trump: tenendosi
fuori, piuttosto che buttandosi dentro. L’ex sindaco di New York rinuncia,
cioè, a scendere in lizza come indipendente per la presidenza degli Stati Uniti
per evitare –scrive sul proprio sito – di favorire l’eventuale vittoria del
magnate dell’immobiliare populista o, in alternativa, di Ted Cruz – Tea Party
ed evangelici -, le cui posizioni, specie sull'immigrazione, giudica “divisive”
ed “estremiste”.
La decisione di Bloomberg non sorprende, dopo il
silenzio degli ultimi giorni e visto l’andamento delle primarie. Dopo
l’annuncio, Hillary Clinton, la battistrada per la nomination democratica e la
maggiore beneficiaria della desistenza dell’ex sindaco, ha espresso “grande
rispetto”.
Bloomberg, 74 anni, valutava da mesi in modo
approfondito un’eventuale candidatura, sdegnato e preoccupato dal profilo dei
candidati alla nomination repubblicana populisti e ultra-conservatori e spinto
– parole sue – dal “dovere patriottico” di opporsi alla loro elezione.
Ma i sondaggi condotti e l’andamento delle primarie lo
hanno convinto che non avrebbe potuto vincere e che, anzi, il suo nome sulle
schede avrebbe avvantaggiato Trump o Cruz, sottraendo consensi alla candidata
democratica: “E’ un rischio che in coscienza non mi sento di prendere”.
Diverso sarebbe stato il discorso se fra i democratici
si fosse affermato il senatore Bernie Sanders, le cui posizioni ‘socialiste’
avrebbe creato un vuoto al centro che l’ex sindaco, un democratico poi divenuto
repubblicano e infine indipendente, avrebbe potuto occupare, ricevendo voti dai
moderati dei due partiti e dai centristi.
Dunque, non ci sarà, questa volta, un ‘terzo uomo’ nelle presidenziali statunitensi e, soprattutto, non ci sarà un ‘terzo uomo’ potenziale vincitore. (fonti vv – gp)
Dunque, non ci sarà, questa volta, un ‘terzo uomo’ nelle presidenziali statunitensi e, soprattutto, non ci sarà un ‘terzo uomo’ potenziale vincitore. (fonti vv – gp)
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