Scritto per Il Fatto Quotidiano del 16/03/2016
La riunione di militari di oltre 30 Paesi svoltasi
ieri a Ciampino “non è l'annuncio d’una missione che sta per partire” per la
Libia, “ma è una iniziativa di pianificazione” di un’eventuale missione: fatta
dal ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, la precisazione non cancella
l’impressione che ci sia stata, nelle ultime 72 ore, un’accelerazione nel
creare le condizioni e preparare tale missione, fermo restando che, perché la
missione scatti, “bisogna – sottolinea Gentiloni – che un governo libico legittimo
chieda l'assistenza all'Onu e alla comunità internazionale".
Domenica, Stati Uniti e Paesi Ue avevano ribadito “totale
sostegno” al governo di unità nazionale, dopo che il premier Fayez al-Serraj aveva
proclamato l’entrata in funzione del suo esecutivo, nonostante manchi il voto
di fiducia del Parlamento di Tobruk, internazionalmente riconosciuto.
E lunedì a Bruxelles i ministri degli Esteri dei 28 hanno condiviso l’appoggio al governo Serray, nell'ambito – avevano specificato - di un “percorso di pace”, dopo un incontro con l'inviato speciale dell’Onu Martin Kobler, che confermava l’espansione del Califfato. L’Ue pensa a sanzioni contro chi sabota dall'interno la normalizzazione.
E lunedì a Bruxelles i ministri degli Esteri dei 28 hanno condiviso l’appoggio al governo Serray, nell'ambito – avevano specificato - di un “percorso di pace”, dopo un incontro con l'inviato speciale dell’Onu Martin Kobler, che confermava l’espansione del Califfato. L’Ue pensa a sanzioni contro chi sabota dall'interno la normalizzazione.
Il succedersi degli eventi dà l’impressione che il
tempo “stia scadendo”, come il premier Renzi tempo fa aveva avvertito che
sarebbe successo. E il ministro della Difesa Roberta Pinotti lo conferma: in
Libia, dice in un’intervista, "interventi di legittima difesa mirati sono
possibili … l'Italia saprà come agire con gli alleati per evitare rischi sul
proprio territorio”.
C’è un intreccio apparentemente contraddittorio di
eventi e di messaggi nel complicato scacchiere della lotta al terrorismo:
l’autobomba di Ankara e la serie di attacchi in Costa d’Avorio, domenica, fanno
da preludio all'annuncio a sorpresa dell’inizio del ritiro delle truppe russe
dalla Siria. Come se lì la tensione fosse caduta e la comunità internazionale –
non certo la Russia né gli Stati Uniti - potesse liberare energie per la Libia
o, comunque, per combattere le milizie jihadiste, sperando che il negoziato di
Ginevra tratteggi la transizione dalla guerra civile a un nuovo assetto
politico.
Ieri, intanto, il ministro Gentiloni ha riferito al Copasir sui due ostaggi italiani uccisi in Libia e sui due liberati, negando il pagamento di ostaggio. Ci sono informazioni contraddittorie su un bimbo che sarebbe stato ucciso con i due italiani e che poteva essere anche lui un ostaggio.
Ieri, intanto, il ministro Gentiloni ha riferito al Copasir sui due ostaggi italiani uccisi in Libia e sui due liberati, negando il pagamento di ostaggio. Ci sono informazioni contraddittorie su un bimbo che sarebbe stato ucciso con i due italiani e che poteva essere anche lui un ostaggio.
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