Scritto per Il Fatto Quotidiano del 13/03/2016
L’ex ministro del
lavoro tedesco Norbert Bluem, 80 anni, ha trascorso in una tenda del campo d’Idomeni,
al confine tra la Grecia e la Macedonia, la notte della vigilia del voto in tre
importanti Laender tedeschi: un appuntamento delicato per la cancelliera Angela
Merkel e la sua coalizione. Bluem, cristiano-democratico come la Merkel, ministro
a più riprese del cancelliere Helmut Kohl, vuole testimoniare solidarietà alle
migliaia di migranti, specie siriani e iracheni, bloccati da giorni sulla
‘rotta dei Balcani’, in attesa delle decisioni dell’Ue.
E’ improbabile che il
gesto di Bluem influenzi le scelte dei 12,7 milioni di elettori tedeschi, circa
un quinto del totale, delle tre Regioni oggi alle urne. Ma la questione dei
migranti è centrale nel voto: un test per la Merkel e per i partiti al governo,
Cdu/Csu e Spd, come per i populisti ‘anti-immigrati’ dell’AfD. E’ il primo
appuntamento elettorale dopo la decisione della cancelliera, in settembre,
d’aprire le porte della Germania ai rifugiati.
Il gesto, contestato da
una parte – minoritaria – della popolazione tedesca, e le sue conseguenze hanno
monopolizzato la campagna elettorale. Anche perché la Merkel, nei mesi scorsi,
non ha trovato echi e sponde adeguati nell’Unione europea, dove, anzi, alcuni
Paesi, specie dell’Europa dell’est, vedono a disponibilità all’accoglienza
tedesca come un’opportunità per scaricare su Berlino i loro problemi.
La cancelliera contava
d’arrivare alle urne avendo sigillato l’accordo tra l’Ue e la Turchia negoziato
a Bruxelles la scorsa settimana. Ma il perfezionamento dell’intesa è stato
procrastinato al 17 marzo: uno smacco per la Germania, che s’era molto data da
fare per mediare tra Ankare e i 28.
La gestione dell’arrivo
nel Paese nel 2015 d’un milione di richiedenti asilo indebolisce la coalizione
al potere. Se il ministro dell’Interno Thomas de Maiziere avverte che la
chiusura delle frontiere sollecitata dalla destra xenofoba sarebbe “un danno”
per la Germania, la Merkel chiede, e quasi ingiunge, ai nuovi venuti
d’integrarsi nella società tedesca – “E’ un dovere”, dice -, sollecitando pure i
tedeschi ad “andare incontro ai rifugiati”.
In Germania, come in
questo momento negli Stati Uniti, la questione migranti polarizza le opinioni e
favorisce l’estremismo populista e xenofobo.
I sondaggi annunciano
un arretramento della Cdu, che resta però prima, nella Sassonia – Anhalt, all’est,
la regione di Magdeburgo. Lì, Alternativa per la Germania, potrebbe finire
terza, ancra dietro Die Linke -a
sinistra ex comunista -, ma davanti ai socialdemocratici.
Nel Baden-Wuertemberg, al
Sud-Ovest , la regione di Stoccarda, il presidente verde uscente Winfried
Kretschmann, può imporsi. I cristiano democratici, padroni del campo fino al
2011, potrebbero non essere più il principale partito.
L’attenzione si
concentra soprattutto sulla Renania- Palatinato, all’Ovest, la regione di
Magonza, dove cristiano-democratici e socialdemocratici sono testa a testa. Più
che la sorte della Merkel, qui si gioca quella del suo potenziale successore,
Julia Kloeckner, una ‘giovane’ emergente di 43 anni, che vedrà le proprie
ambizioni ridimensionate se non riuscirà a detronizzare il presidente uscente,
Malu Dreyer, socialdemocratica.
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