Scritto per Il Fatto Quotidiano del 19/03/2016
Il D-Day della crisi dei migranti tra Europa e Turchia
è domani, domenica 20 marzo: l’accordo, lungamente negoziato tra i leader dei
28 e il premier turco Ahmet Davutoglu, entrerà, infatti, in vigore subito. Per
una volta, l’eurocrazia ha uno scatto d’efficienza: il responsabile delle
operazioni è già sul posto; e le procedure da seguire sono già state definite.
L’intesa prevede che tutti i nuovi migranti
irregolari, che cioè non hanno titolo per ottenere l’asilo, giunti nelle isole greche
dal territorio turco siano riportati in Turchia, a spese dell’Ue. E l’Ue
s‘impegna ad accogliere, per ogni irregolare ricondotto al luogo di partenza,
un rifugiato siriano nei campi turchi con le carte in regola per l’asilo.
Salutato con favore – e con sollievo - dai leader
europei e dal governo turco, l’accordo viene invece criticato dalle
organizzazioni umanitarie, che parlano un “un giorno nero” per l’Europa e
l’umanità. Il giudizio del premier Renzi è cauto: “vale lo schema di San
Tommaso”, cioè vediamo se funziona.
L’uomo che deve garantire che tutto funzioni è Maarten
Verwey, un olandese, già direttore generale del servizio di sostegno per le
riforme strutturali della Commissione europea, ora coordinatore Ue per
l'attuazione dell'accordo con Turchia. La nomina è stata annunciata dal
presidente dell'Esecutivo di Bruxelles Jean-Claude Juncker, dopo la fine del
Vertice di ieri e oggi. Ma tutto era stato predisposto per tempo: Verwey è già
in Grecia a gestire la crisi dei rifugiati; e ora dovrà "organizzare il
lavoro” di 4.000 persone circa che saranno fornite dalla Grecia e dagli altri
Stati Ue, dall'Ufficio per l'asilo e da Frontex, l'agenzia per il controllo
delle frontiere esterne".
L'intesa è stata perfezionata in due giorni di
negoziati in formati diversi, dopo il Vertice del 7 marzo che aveva arato il
terreno per l’accordo: ieri, un consulto fra i 28; oggi, il confronto a due
riprese con la Turchia.
Il pacchetto prevede che la Commissione e il governo
di Ankara definiscano, la prossima settimana, una lista di progetti da
finanziare col fondo da tre miliardi d’euro garantito dall’Unione alla Turchia
fin dall’autunno scorso; fondo che, una volta esaurito, sarà rifinanziato, a
partire dal 2018, con altri tre miliardi di euro. La somma stanziata non è
irrilevante, anche a fronte del numero impressionante di profughi siriani sul
territorio turco, circa due milioni – sono circa 3000 euro a testa in media -.
Inoltre, l’accordo prevede un’accelerazione del
negoziato d’adesione della Turchia, avviato da anni, ma ancora ben lontano
dalla conclusione. Questa concessione è accompagnata da messe in guardia di
varie leader, fra cui il premier Renzi, circa la necessità che il governo di
Ankara rispetti i valori dell’Unione e in particolare la libertà d’espressione.
E nel testo, che stempera le riserve di Cipro verso la Turchia, ci sono pure
riferimenti alla Libia e all’Africa.
Stando alla dichiarazione conclusiva, i rimpatri dei
migranti si faranno rispettando gli standard etici internazionali: non ci
saranno, cioè, espulsioni collettive e l'analisi dei casi sarà individuale. Tutti
gli immigranti che giungono nelle isole greche saranno registrati e le loro
richieste d’asilo saranno poi valutate una per una dalle autorità elleniche, con
l’aiuto di operatori europei, nell’osservanza della direttiva sull'asilo e in
collaborazione con l’Alto Commissaraitao dell’Onu per i rifugiati.
Il rimpatri riguarderanno quanti non fanno domanda
d’asilo e non hanno i requisiti per ottenerlo. Si tratta, per i leader dei 28,
di una misura "temporanea e straordinaria", necessaria “per mettere
fine alle sofferenze umane e restaurare l'ordine pubblico". La selezione
di quanti saranno invece accolti nell’Ue si farà, invece, seguendo i criteri di
vulnerabilità dell'Onu, ovvero prima donne e i bambini; e avranno priorità
quanti non abbiano già tentato di entrare illegalmente nell’Unione.
Per la cancelliera tedesca Angela Merkel, l’intesa, da lei fortemente voluta, è un colpo ai trafficanti di persone. Di "giornata storica" parla Davutoglu: questa – dice – è "una questione umanitaria”, ci sono in gioco “valori, non soldi". Ma il presidente Erdogan polemizza col sostegno dell’Ue ai curdi: l'Europa – avverte - "sta nutrendo la vipera nel suo grembo".
Per la cancelliera tedesca Angela Merkel, l’intesa, da lei fortemente voluta, è un colpo ai trafficanti di persone. Di "giornata storica" parla Davutoglu: questa – dice – è "una questione umanitaria”, ci sono in gioco “valori, non soldi". Ma il presidente Erdogan polemizza col sostegno dell’Ue ai curdi: l'Europa – avverte - "sta nutrendo la vipera nel suo grembo".
Nessun commento:
Posta un commento