Scritto per www.GpNewsUsa2016.eu e Formiche.net lo 09/03/2016
Hillary Clinton vince facile nel Mississippi,
confermandosi imbattibile al Sud, ma perde, sia pure d’un soffio, nel popoloso
e post-industriale Michigan, dove il senatore del Vermont Bernie Sanders la
batte al termine d’uno scrutinio incertissimo (50% a 48%).
In campo repubblicano, invece, Donald Trump si impone
in entrambi gli Stati, oltre che alle Hawaii, mentre Ted Cruz vince in Idaho. Questi i risultati di quello che viene definito dalla
stampa Usa ‘mini Super Martedì’.
In termini di delegati, la sconfitta di Hillary in Michigan
non è gravissima, perché i 148 delegati democratici dello Stato vengono
ripartiti con la proporzionale, così come i 41 del Mississippi, dove Hillary è
sopra l’80%. A conti in corso, la Clinton supera i 1.200 delegati: più della
metà di quanti servono a garantirsi la nomination (2.382) e oltre il doppio di
Sanders, che, però, parla, a ragione, “di una notte fantastica”.
L’esito del voto nel Michigan indica, infatti, che la
presa elettorale della ex first lady non è solo debole nel New England, ma
anche nei Grandi Laghi e nel MidWest (all’inizio delle primarie, c’era stato un
successo estremamente risicato nello Iowa). Mentre il messaggio di Sanders, che
i sondaggi davano battuto, fa presa dove la crisi ha più lasciato il segno: del
Michigan, si dice che la sua economia sia stata “rasa al suolo”. Come Stati
vinti, c’è quasi equilibrio tra Hillary e Sanders: sono 12 a 9.
In campo repubblicano, lo sconfitto è Marco Rubio, che
finisce nettamente ultimo, anche dietro John Kasich, nel Michigan e pure nel
Mississippi, mentre Cruz conferma la sua forza nel FarWest. Trump, a questo
punto, s’è imposto in 15 Stati, Cruz in 7.
Rubio ha vinto solo due volte e minimizza: “Dipende
tutto dalla Florida”, il suo Stato, dove si vota fra una settimana e dove,
però, i sondaggi lo danno dietro Trump. Kasich in Michigan fa quasi pari con
Cruz e continua a guadare al suo Stato, l’Ohio.
Sia in Florida che in Ohio, le primarie del 15 marzo
si svolgeranno con la regola che chi vince prende tutti i delegati.
Trump, invece, festeggia a modo suo, cioè con
tracotanza: “Chi mi attacca cade”, dice dei rivali, riferendosi a Rubio, che da
qualche tempo ne ha fatto il suo bersaglio principale. E bolla la Clinton come “un
candidato difettoso”, che gli sarà “facile battere” all’Election Day.
I delegati repubblicani in palio sono 59 in Michigan,
40 in Mississippi, 32 nell’Idaho e 19 alle Hawaii e i conteggi per la
ripartizione non sono ultimati. Come delegati, la corsa repubblicana è più
aperta della democratica: il battistrada s’avvicina a quota 500, Cruz lo
insegue sotto quota 400. Ma la maggioranza di 1.237 resta lontana. (fonti vv – gp)
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