Scritto per Metro del 24/03/2016
Sangue, dolore, lacrime. E parole. Gli attacchi terroristici che mercoledì
hanno colpito e tramortito la capitale dell’Unione hanno innescato il pianto
pubblico di Federica Mogherini e un profluvio di dichiarazioni magari dovute,
certo ripetitive: un profluvio di ‘bisogna’, ‘mai più’, ’sia fatta piena luce’
e imperativi categorici, che i leader dei 28 e delle Istituzioni ci hanno
dispensato. Decisioni e risposte concrete, per ora, nulla: troppo presto, è
vero.
Ma il professor Roberto Castaldi prova ad orintare le scelte dell’ue dopo
gli attentati all’aeroporto di Zaventem e nella stazione della metropilitana di
Maelbeek: su EurActiv.it, e in un Forum di federalisti, scrive che, oltre a esprimere
il proprio cordoglio per le vittime, sarebbe importante che i governi dei Paesi
dell’Ue rispondessero a due semplici domande: contano di più le vite delle
persone o le gelosie tra i vari servizi segreti nazionali?; e gli Usa sarebbero
più sicuri senza apparati di sicurezza federali, cioè, per interderci, senza
Fbi o, a livello d’intelligence, Nsa, ma contando solo su quelli dei singoli
Stati membri?”. Sono risposte dovute –osserva Castaldi – “a tutti i cittadini
europei, ma soprattutto alle famiglie delle vittime degli attentati
terroristici che si sono susseguiti in vari Paesi europei”.
E’ un modo efficace di porre ill problema della mancanza di una politica di
sicurezza europea, oltre che di difesa ed estera – ah!, la lacrime della
Mogherini, che ne dovrebbe essere il simbolo e l’espressione -. Il professor
Francesco Gui, animatore dei federalisti a Roma, osserva che una
risposta ‘federale’ agli attacchi di martedì sarebbe la creazione di una
polizia federale europea, che, sull’esempio del Secret Service degli Stati
Uniti, tuteli le sedi delle Istituzioni che rappresentano – direttamente, come
il Parlamento o il Consiglio – o indirettamente – come la Commissione - 500 milioni
di cittadini europei.
E un’ulteriore, forse decisiva, risposta sarà
il rafforzamento della cooperazione, di polizia, giudiziaria, culturale, senza
ulteriori cedimenti agli egoismi nazionali. Uniti siamo più sicuri; e più
forti; e più liberi. E – non suoni irrispettoso per le vittime degli ultimi 15
mesi e per le centinaia che le hanno precedute nel sacrificio- persino più
ricchi, perché a mettere insieme le risorse si guadagna in efficienza e si
risparmia.
Deciderlo non costa nulla. Basta farlo.
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