Scritto per www.GpNewsUsa2016.eu e Formiche.net dello 08/03/2016
Ce l’hanno tutti con Donald, che tira
dritto. Anzi no, va a zigzag: mette a sedere i rivali con cambi di direzione
continui. Sulla tortura, per esempio. In diretta televisiva, fa la ‘promessa’, che
suona una minaccia, di torturare i terroristi e di punire i loro familiari,
letteralmente “di mandarli all'inferno”; e dice “Dobbiamo usare il
waterboarding e anche misure più dure”. Ma, intervistato dal Wall Street
Journal, corregge il tiro: "Userei
ogni mio potere legale per fermare i terroristi. Ma sono consapevole che gli
Stati Uniti sono vincolati da norme e trattati e non ordinerei ai militari d’infrangere
la legge".
Forse, Trump, malgrado sia ben avanti
nella corsa, si sente circondato: braccato a distanza dai rivali e azzannato
dal partito, che gli ha appena messo di traverso sul cammino la possibile
candidatura ‘last minute’ di Mitt Romney. E il presidente della Camera Paul
Ryan, già candidato vice-presidente nel 2012, proprio in ticket con Romney, lo
invita a condannare il razzismo e a denunciare i sostegni che gli arrivano dal
Ku Klux Klan, mentre senatori e deputati dichiarano che non lo appoggeranno, se
sarà lui il candidato.
Il giornale del New Hampshire che aveva
dato il proprio appoggio nelle primarie a Chris Christie, governatore del New
Jersey poi ritiratosi e passato fra i sostenitori di Trump, forse con
l’obiettivo d’esserne il vice, auto-denuncia il “grave errore” di giudizio di
quella scelta. E ben sei quotidiani del New Jersey chiedono le dimissioni di
Christie da governatore per l’appoggio a Trump, dichiarandosi “stanchi”
dell’arroganza, dell’opportunismo e dell’ipocrisia del personaggio.
Nell’11° a finora ultimo dibattito
televisivo fra gli aspiranti repubblicani, i senatori Marco Rubio e Ted Cruz
hanno condotto attacchi incrociati contro Trump, mettendone in discussione le
capacità imprenditoriali, evidenziandone i legami con il partito democratico e
in particolare i finanziamenti nel 2008 a Hillary Clinton, criticandone le posizioni
sull'immigrazione e sottolineando gli insulti che ne stanno segnando la campagna
elettorale. Lo showman s’è scusato per avere definito Rubio "un peso
piuma", ma poi lo ha chiamato "piccolo Marco" per tutta la
serata.
E questo è il fuoco amico. Quello nemico è
più pesante. La Casa Bianca percepisce – e lo dichiara - preoccupazione e
allarme negli altri Paesi, per la prospettiva che Trump diventi presidente: “Quello
che dice in campagna elettorale ha un impatto sulla nostra reputazione”. L’ex
segretario al Tesoro Larry Summers nota sul Financial Times che “la possibile
elezione di Trump è una grave minaccia alla sicurezza degli Stati Uniti”, anche
se “confrontarlo con Mussolini o con Hitler può essere esagerato”. E il WP
scrive che la prospettiva di una presidenza Trump “indebolisce l’immagine
dell’America all’estero, tranne forse che nei confronti del presidente russo
Vladimir Putin”. Quanto all’Economist, sempre in prima linea nel bocciare i
leader altrui, lo vuole “licenziare”.
Leader e rappresentanti di altri Stati
esprimono giudizi irrituali su Trump: il presidente del Messico e i suoi
predecessori lo paragonano proprio a Hitler e a Mussolini, per le sue posizioni
xenofobe ed anti-immigrati; il vice-cancelliere tedesco Sigmar Gabriel a Marine
Le Pen (mentre la cancelliera Angela Merkel esprime la sua simpatia per Hillary
Clinton); diplomatici stranieri se ne lamentano; e cittadini americani
finiscono in analisi – quelli che non lo votano, naturalmente -, mentre c’è chi
licenzia i suoi sostenitori a Wall Street.
Lui, però, ci azzecca sempre, nell'interpretare gli stati d’animo del suo pubblico: un sondaggio indica che la tanta vituperata proposta dello showman di tenere i musulmani fuori dagli Usa è condivisa da una maggioranza di elettori repubblicani. E, nei suoi comizi, il magnate continua a fare allontanare rudemente i contestatori e a trattare con asprezza la stampa ostile, minacciando querele per diffamazione. (fonti vv - gp)
Lui, però, ci azzecca sempre, nell'interpretare gli stati d’animo del suo pubblico: un sondaggio indica che la tanta vituperata proposta dello showman di tenere i musulmani fuori dagli Usa è condivisa da una maggioranza di elettori repubblicani. E, nei suoi comizi, il magnate continua a fare allontanare rudemente i contestatori e a trattare con asprezza la stampa ostile, minacciando querele per diffamazione. (fonti vv - gp)
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