Scritto per il blog de Il Fatto Quotidiano lo 09/02/2016
Fermenti europei a Roma. Il premier Renzi prosegue sulla via imboccata del catastrofismo catartico, di stampo molto toscano (“E’ tutto da rifare”). Il ministro degli Esteri Gentiloni riunisce i colleghi dei sei Paesi fondatori dell’allora Comunità economica europea. E la presidente della Camera Laura Boldrini chiama in causa i cittadini e lancia una consultazione pubblica perché possano dire la loro sulle attuali carenze dell’Unione europea, sui risultati finora raggiunti, sul suo assetto istituzionale e soprattutto sulle sue prospettive future.
Fermenti europei a Roma. Il premier Renzi prosegue sulla via imboccata del catastrofismo catartico, di stampo molto toscano (“E’ tutto da rifare”). Il ministro degli Esteri Gentiloni riunisce i colleghi dei sei Paesi fondatori dell’allora Comunità economica europea. E la presidente della Camera Laura Boldrini chiama in causa i cittadini e lancia una consultazione pubblica perché possano dire la loro sulle attuali carenze dell’Unione europea, sui risultati finora raggiunti, sul suo assetto istituzionale e soprattutto sulle sue prospettive future.
Nell’iniziativa
della Boldrini, c’è la consapevolezza che l’Unione non soddisfa le attese della
gente, non è all'altezza dei suoi principi e delle sue ambizioni e non riesce a
dare ad esempio concretezza alla cittadinanza europea –come potrebbe avvenire
con un ‘reddito minimo di dignità’-. Ma c’è pure la coscienza che, senza il
conferimento di sovranità all'Unione, noi europei, che siamo tedeschi o greci,
francesi o balcanici, italiani o baltici, siamo condannati alla irrilevanza.
La
consultazione, che vuole “passare la parola ai cittadini sullo stato e sulle
prospettive dell’Ue”, si muove lungo l’asse dei temi della dichiarazione “Più
integrazione europea: la strada da percorrere”, sottoscritta il 14 settembre a
Montecitorio dai presidenti delle Camere di Italia, Francia, Germania e del
Parlamento del Lussemburgo – allora, il GranDucato aveva la presidenza di turno
del Consiglio dell’Ue - e successivamente firmata dai presidenti delle Assemblee
parlamentari di altri sette Paesi (Austria,
Cipro, Bulgaria, Portogallo, Slovenia, oltre che dei candidati all’adesione
Albania e Montenegro –Belgio e Grecia stanno per aggiungersi -) e consegnata in
dicembre ai presidenti della Commissione e del Parlamento europei Juncker e
Schulz.
La
consultazione pubblica online, articolata in sette quesiti, partirà venerdì 12
febbraio. E il giorno dopo la Boldrini sarà sull’isola di Lesbo, in Grecia, per
riaffermare che nell’isola dell’Egeo, come già a Lampedusa, l’Unione mette alla
prova la propria identità: la questione migranti è centrale, nelle attese e
nelle ansie dei cittadini europei. Il 22 al 24 maggio, poi, la conferenza dei
presidenti dei Parlamenti dell’Ue si riunirà a Lussemburgo: la dichiarazione
‘Più integrazione europea’ vi sarà discussa e c’è l’idea di un ‘pellegrinaggio’
a Schengen, per riaffermare la libertà di circolazione delle persone nell’Unione
e dire no a disegni riduttivi.
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