Attacco al turismo nel Sinai: la strategia del terrore, condotta da gruppi che si richiamano al sedicente Stato islamico, colpisce, in Egitto e Tunisia, un settore vitale dell’economia dei due Paesi usciti in modo diametralmente opposto dalle Primavere arabe, uno avviato verso un’esperienza democratico, l’altro sotto una nuova satrapia.
L’episodio di ieri sera, a Hurqada, una stazione balneare sul
Mar Rosso molto frequentata anche in questa stagione, ha contorni ancora da
definire e un bilancio, per il momento, indeterminato, ma meno tragico di
quanto s’era inizialmente temuto: tre turisti - due sarebbero austriaci e uno
svedese, ma le informazioni sono contradditorie - sono rimasti feriti, quando
due o tre uomini hanno fatto irruzione all’Hotel Bella Vista. Nessuno dei tre
sarebbe in pericolo di vita.
Secondo la polizia, uno degli assalitori è stato ucciso e un
altro è stato gravemente ferito dalle forze dell’ordine, che avrebbero sostanzialmente
sventato l’attacco. Gli assalitori – riferisce Ahramonline - avevano armi da
taglio e una pistola giocattolo: dotazioni inadeguate a un’azione terroristica.
L’ucciso si chiamava Mohamed Hassan Mahfouz, aveva 21 anni e veniva da Giza,
vicino al Cairo.
Le autorità egiziane, infatti, ‘degradano’ a fallita rapina
l’attacco all’Hotel Bella Vista: lo afferma il ministro del Turismo Hisham
Zazou. Ma testimoni oculari riferiscono che gli assalitori agitavano le bandiere nere e gridavano 'Allah è grande'. Le forze di sicurezza hanno però chiuso l’accesso alla città, sebbene
l'emergenza appaia conclusa: gli assalitori non sarebbero arrivati dal mare, ma
dall’entroterra.
Fortunatamente, nulla di comparabile a quanto avvenuto
l’anno scorso a Tunisi, dove vi furono anche vittime italiane, e a Sousse, in
Tunisia; oppure nel Sinai, con l’aereo russo carico di turisti fatto esplodere
in volo poco dopo il decollo da Sharm el-Sheick.
La Farnesina, in contatto con l’ambasciata d’Italia al
Cairo, sta cercando di verificare presenze e condizioni degli italiani a
Hurqada e, in particolare, nell’Hotel Bella Vista, uno di quelli proposti dai
tour operators ai turisti che, nonostante la tensione nella Regione, non
rinunciano a una vacanza a basso costo sul Mar Rosso.
Oggettivamente, le cronache da quell’area non sono tranquillizzanti:
la repressione messa in atto dal regime del generale al-Sisi, che, salito al
potere dopo il rovesciamento del presidente democraticamente eletto Mohamed
Morsi, ha messo al bando la Fratellanza musulmana, spinge alla lotta armata le
frange più estremiste del movimento islamista.
E proprio ieri lo Stato islamico aveva rivendicato l'attacco,
giovedì, contro un autobus con 48 turisti di nazionalità israeliana a Giza,
l’area delle piramidi nei pressi del Cairo: "Eseguendo gli ordini del
Califfo, una squadra del Califfato ha compiuto un attacco contro un bus che
trasportava degli ebrei ad Haram. L'azione ha causato decine di morti e feriti
tra gli ebrei e le guardie dell'albergo, e i nostri soldati sono riusciti a
fuggire", si legge in un comunicato.
In realtà, secondo le autorità egiziane l'attacco non ha
fatto vittime. Il ministero dell'Interno egiziano attribuisce l’episodio ad alcuni
membri dei Fratelli musulmani, che stavano inscenando una manifestazione di
protesta nei pressi delle piramidi. Dal gruppetto di circa 20 persone sarebbe
stato lanciato un ordigno artigianale che avrebbe colpito l'autobus e la
facciata di un albergo, causando solo danni materiali.
Sempre ieri s’è saputo d’un ordigno esploso a nord di el Arish,
sul tracciato del gasdotto del Sinai. Secondo il quotidiano arabo "al
Masry al Youm", gli inquirenti ritengono che l'attentato sia opera del
gruppo jihadista dello Stato del Sinai, già noto come Ansar Beit al Maqdis,
prima dell'affiliazione allo Stato islamico. L'attentato ha provocato un
incendio e l’interruzione delle forniture.
Che l’Egitto sia sotto attacco da parte delle milizie
jihadiste lo conferma anche il rinnovarsi di rapimenti di egiziani in Libia, nelle
aree controllate dalle bande del Califfo: ieri, 21 cittadini egiziani sarebbero
stati sequestrati. Quasi un anno fa, l’uccisione di una ventina d’ostaggi
egiziani alla Sirte aveva provocato l’intervento dell’aviazione egiziana contro
postazioni jihadiste a Derna.
Nessun commento:
Posta un commento