Scritto per www.GpNewsUsa2016.eu e Formiche.net il 28/01/2016
Donald Trump alza la voce, e non è una novità; ma
stasera non dirà la sua, nell’ultimo dibattito tv prima dell’inizio delle
primarie. Bernie Sanders alza le mani, ed è quasi una resa, nonostante sondaggi
incoraggianti: dopo essere stato accolto alla Casa Bianca dal presidente Obama,
ammette che non pensa di farcela a battere Hillary Clinton.
La
polemica tra Trump e la Fox – Il forfait televisivo del
battistrada repubblicano è l’epilogo della lunga polemica che lo contrappone alla
Fox, la rete che trasmetterà il dibattito da Des Moines. Trump ce l’ha - ancora
una volta - con l'anchorwoman Megyn Kelly, che sarà uno dei moderatori e con
cui lo showman s’era già accapigliato lo scorso agosto, nel primo dibattito,
quando l’aveva accusata di mancare d'imparzialità chiamandone in causa il
"ciclo mestruale".
Dopo avere mostrato qualche incertezza sulla sua
partecipazione al confronto, prima ha pubblicato un video su Instagram in cui,
parlando della Kelly, chiedeva: "Pensate davvero che riesca a essere
imparziale in un dibattito?"; quindi, s’è rivolto ai suoi fan su Twitter,
ponendo il quesito: "Dovrei andare al dibattito?".
La Fox, piccata, ha replicato con un comunicato
sfottente: "Abbiamo appreso da canali riservati che l'Ayatollah e Putin
intendono trattare Donald Trump in modo ingiusto, quando lo incontreranno se
diventerà presidente. Una fonte malevole ci ha rivelato che Trump ha un piano
segreto per sostituire il governo con i suoi follower su Twitter e chiedere a
loro se andare o no a questi incontri".
Irritato, Trump ha convocato una conferenza stampa per
annunciare che avrebbe saltato il dibattito e s’è ancora scagliato contro la Kelly,
definita "un peso piuma". Poco dopo è arrivato un comunicato nello
stile del personaggio: "Mr Trump sa riconoscere un cattivo affare quando
ne vede uno … Roger Ailes (il presidente
di Fox News, ndr) e Fox News pensano di potersi fare gioco di lui, ma Trump
non si presta ai giochi".
Il magnate dell’immobiliare, che sostiene di avere
dominato i precedenti sei dibattiti, certamente segnati dalla sua presenza,
organizzerà una raccolta di fondi per "i combattenti feriti", durante
lo show in tv.
Sanders
alla Casa Bianca (ma è solo una visita) - Visita ‘di
compensazione’ di Bernie Sanders alla Casa Bianca, dopo che un’intervista a
Politico del presidente Obama era stata letta da molti come una sorta di ‘endorsement’
di Hillary Clinton. Il senatore del Vermont, che era accompagnato dalla moglie
Jane e dal portavoce Michael Briggs, è rimasto con il presidente nello Studio
Ovale circa un’ora.
Uscendo, Sanders ha riconosciuto che Obama "sta
cercando di rimanere il più neutrale possibile": “Non penso affatto” che
favorisca Hillary. Sanders ha ricordato d’avere appoggiato il presidente nelle
sue campagne nel 2008 e nel 2012, “anche se è noto che abbiamo opinioni
differenti", su temi come l'aumento delle tasse o gli accordi commerciali
internazionali.
A chi paragona la sua corsa a quella di Obama del 2008
– l’avversaria è sempre Hillary -, Sanders risponde: “Non credo, ma mi
piacerebbe”, pur esprimendo fiducia nei voti imminenti in Iowa e New Hempshire.
Obama ha incontrato la Clinton alla Casa Bianca
diverse volte, da quando non è più segretario di Stato. L'invito ufficiale di
Sanders nello Studio Ovale bilancia un po’ la situazione, anche se Hillary si
presenta come l’erede di Obama e “la guardiana del suo lascito” e si dichiara
incline a nominarlo tra i giudici della Corte Suprema. Obama vanta tra i
democratici dello Iowa un gradimento al 91%.
Sanders non ha "ovviamente" chiesto ad Obama
un ‘endorsement’, ma ha giudicato “costruttivo e positivo” l’incontro centrato sulla
politica estera: dalla lotta al sedicente Stato islamico alle relazioni con
l'Iran. "Negli ultimi anni – ha osservato il senatore -, non sono più andato
a funerali” di giovani del Vermont caduti in guerra. “Penso che ciò che il
presidente sta cercando di fare sia giusto", cioè "tenere i nostri
giovani lontani dal pantano della perenne guerra in Medio Oriente".
Ricordando d’avere votato nel 2002 contro la guerra in Iraq, Sanders ha rilevato
come questa sia una differenza "sostanziale tra lui e il segretario
Clinton". (fonti vv – gp)
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