Scritto per Il Fatto Quotidiano dello 07/01/2016
Un mese fa, avevano battuto la grancassa, ma non era
successo nulla. Questa volta, Kim Jong-Un e la sua cricca hanno fatto un grosso
botto senza dire nulla prima: ieri mattina, quando in Italia erano le tre di
notte, i sismografi di tutto il Mondo hanno rilevato un terremoto di magnitudo
5,1 in Corea del Nord, con epicentro a circa 400 chilometri a nord-est della
capitale Pyongyang, dove c’è il sito per test nucleari Punggye-ri, provocato –
hanno poi annunciato le autorità nord-coreane – dall'esplosione di una bomba
all'idrogeno.
Caso mail il mondo dovesse dimenticarsi che esiste
ancora una dittatura ‘dinastica’ comunista totalmente chiusa all'influenza
internazionale, che serra nel pugno del terrore – e di ricorrenti drammatiche carestie
- 25 milioni di abitanti circa su un territorio grande poco più d’un terzo
dell’Italia, il botto di ieri glielo ha ricordato. A che fine, ancora non è
chiaro.
La notizia dell’esplosione di una bomba all'idrogeno è
stata diffusa dalla tv di Stato: una conduttrice ha letto un breve comunicato,
"con la perfetta riuscita della nostra storica bomba all'idrogeno
miniaturizzata ci uniamo alle altre potenze nucleari avanzate". Pyongyang
asserisce di volersi difendere dagli Usa e afferma che non userà mai per prima
l’arma nucleare.
Ci vorrà del tempo per verificare l’accuratezza delle
affermazioni. Esperti americani ed australiani esprimono dubbi sulla reale
natura dell’ordigno utilizzato, la cui potenza non sarebbe stata compatibile
con una bomba all'idrogeno, ma piuttosto con una bomba atomica ‘tipo Hiroshima’.
E’ il quarto esperimento nucleare nord-coreano, il più
preoccupante perché la bomba termonucleare è molto più potente della bomba
atomica. Anche se la pericolosità della situazione è stemperata
dall'inadeguatezza e dall'inaffidabilità dell’arsenale missilistico
nord-coreano. Il test potrebbe pure essere motivato da esigenze
propagandistiche interne: Kim Jong-Un, Kim III, 32 anni appena, nipote e figlio
dei precedenti leader della Corea comunista, compirà gli anni l’8 gennaio; ed è
imminente l'atteso congresso –il primo in 35 anni - del partito unico, il
Partito dei Lavoratori.
All’ultimo Kim, grande appassionato di cinema
americano, vengono attribuite numerose epurazioni – alcune particolarmente
crudeli - da quando è salito al potere dopo la morte del padre, Kim Jong-Il,
nel dicembre 2011. Il giovane dittatore potrebbe volere consolidare la sua base
prima del congresso e dimostrarsi capace di risultati addirittura superiori a
quelli del padre e del nonno, Kim Il-Sung, l’eroe dell’indipendenza
nord-coreana.
Il sito di Punggye-ri sorge in un’area isolata e
montagnosa del nord-est del Paese, a circa 100 km dalla Cina e a 200 dalla
Russia: largamente documentato dai satelliti-spia, è stato costruito oltre
vent’anni fa.
Periodicamente, il regime nord-coreano sollecita l’attenzione
degli interlocutori internazionali compiendo un gesto provocatorio o innalzando
la tensione con la Corea del Sud, come avvenne, pochi mesi or sono, con la
guerra delle radio lungo la linea di demarcazione a Panmunjon.
Nonostante l’incertezza sulle intenzioni di Pyongyang,
le reazioni sono state numerose e corali: il Consiglio di Sicurezza dell’Onu
s’è riunito d’urgenza su richiesta di Usa e Giappone – Tokyo è la capitale più
esposta con Seul alle bizze nord-coreane - e ha deprecato l’avvenuto
esperimento, che viola il bando dei test nucleari (ma la Corea del Nord non ha
mai aderito al Trattato di non proliferazione nucleare e non è dunque tenuta a
rispettarlo). Il Consiglio per la sicurezza nazionale Usa invita Pyongyang "a
rispettare gli obblighi e gli impegni presi con la comunità
internazionale" e valuta un inasprimento delle sanzioni. Washington e
Tokyo hanno inviato aerei da ricognizione presso la penisola coreana per
misurare la radioattività nell'aria.
Pechino, che è stato il ‘grande protettore’ del regime
nord-coreano, ma che da tempo manifesta insofferenza per i comportamenti di
Pyongyang, che creano instabilità in una Regione dove la Cina ha grossi interessi
economici, ha chiesto a Kim di evitare azioni che "peggiorino la
situazione.
Il test conferma la volontà del regime di portare
avanti il suo programma nucleare. I nord-coreani, che fecero tre esperimenti nucleari
tra il 2006 e il 2013, ne barattarono la sospensione, in cambio d’aiuti, ma poi
mandarono tutto all’aria.
Christopher Hill, ex capo negoziatore Usa nei
colloqui a 6 sulla denuclearizzazione della Corea – le due Coree, Usa,
Giappone, Cina e Russia -, dice alla Bbc: "Il problema è enorme,
indipendentemente dal tipo di esplosione odierna”.
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