Scritto per www.GpNewsUsa2016.eu e Formiche.net il 13/01/2016
Barack Obama ha pronunciato l’ultimo discorso sullo
stato dell’Unione della sua presidenza davanti al Congresso riunito in seduta
plenaria e a tutte le massime autorità istituzionali, politiche, giudiziarie,
militari. Tanti gli ospiti, ma anche una sedia vuota, a simbolizzare le vittime
delle armi da fuoco: l’ultima battaglia del presidente nero per rendere migliore,
e più sicura, l’America. C’erano, fra gli invitati, un rifugiato siriano, un ex
immigrato clandestino, una veterana homeless e un testimonial della
legalizzazione delle nozze omosessuali.
Il discorso è stato più di sintesi delle cose fatte
che di programmazione per l’ultimo anno di Obama alla Casa Bianca, anche se il
presidente ha espresso la speranza che l’America sappia ancora lavorare su
priorità bipartisan, una capacità venuta meno durante larga parte del suo
doppio mandato, perché è spesso emersa la contrapposizione tra un Congresso
repubblicano e l’Amministrazione democratica. Fra i risultati raggiunti, i 14
milioni di posti di lavoro creati.
‘Grana’
iraniana con incidente navale – Poco prima del
discorso, un incidente navale al largo dell’Iran, con il fermo da parte
iraniana di due piccole unità Usa, ha rilanciato polemiche e critiche sulla
politica di Obama verso Teheran e in particolare sull’accordo sul programma
nucleare iraniano, di cui il presidente s’è però detto orgoglioso, nonostante
gli attacchi venuti, ad esempio, dagli aspiranti alla nomination repubblicana
alla Casa Bianca (per Jeb Bush la politica di Obama sull’Iran “debole” e “umiliante”).
Giudizio
su Obama divide l’America – Un sondaggio pubblicato poco prima
del discorso mostra che gli americani sono divisi nel giudizio su Obama: il 46%
ne approva l’operato, il 47% lo boccia, soprattutto in politica estera dove l’apprezzamento
è al 34% (per ue americani su tre la lotta contro il sedicente Stato islamico
sta andando male). I voti sono migliori per la gestione dell’economia.
Solo il 27% gli intervistati pensa che l’Unione stia
andando nella giusta direzione –ma erano appena il 7%, quando Obama s’insediò
alla Casa Bianca, in piena crisi finanziaria-. E ben il 60%, un dato decisamente
sorprendente, approva la stretta sulle vendite delle armi annunciata dal
presidente.
La percezione di Obama a un anno dalla fine del suo
doppio mandato è inferiore a quella di Bill Clinton (60%) e di Ronald Reagan
(50%), migliore di quello di George W. Bush (29%).
Politica
interna: non cedere a paura – Nel discorso, contrappuntato, com’è
tradizione, da applausi (taluni corali), il presidente ha invitato i concittadini
americani a non cedere alla paura del nuovo e a non tornare indietro: “Viviamo
in un’epoca di straordinari cambiamenti – ha detto, in sintesi – e il futuro può
essere nostro, se rafforziamo le nostre politiche”. Se chi parla del declino
dell’America “fantastica”, perché gli Usa restano il Paese più forte al Mondo, “il
progresso non è inevitabile e si basa su scelte da fare insieme”. Obama è
orgoglioso di quanto ha fatto, ma esprime rammarico per le divisioni non
sanate.
Politica
estera: Is, Iran, Cuba – Tre i punti essenziali di politica
estera toccati: l’Iran, dove Obama è certo che l’intesa raggiunta abbia evitato
un rischio di guerra; Cuba, dove il presidente sollecita il Congresso a
togliere l’embargo, perché –ha ricordato- la Guerra Fredda è finita; e la lotta
contro il terrorismo. Per Obama, il sedicente Stato islamico non costituisce
una minaccia esistenziale per gli Stati Uniti e quella contro le milizie
jihadiste non è una terza guerra mondiale, ma bisogna fare di più.
Obama ha
citato Papa Francesco, dicendo no all’odio contro i musulmani, ed ha pure
rinnovato l’impegno a chiudere la prigione di Guantanamo costosa e inutile (una
sua promessa elettorale del 2008, finora non rispettata).
Il discorso è piaciuto – I sondaggi a caldo dicono che l’ultimo discorso sullo stato dell’Unione d’Obama è stato quello che è più piaciuto agli americani: il 53% di quanti lo hanno ascoltato l’apprezza. Opposto il giudizio di Donald Trump, battistrada fra gli aspiranti alla Casa Bianca repubblicani: “Uno dei discorsi più noiosi, sconclusionati e vuoti che abbia mai sentito – ha scritto su Twitter -. Una nuova leadership sta per arrivare”. Hillary Clinton, battistrada democratica, è invece orogogliosa del discorso e dell’amicizia del presidente: “L’America - ha scritto su Facebook - è migliore grazie alla sua guida”, scrive su Facebook. (gp)
Il discorso è piaciuto – I sondaggi a caldo dicono che l’ultimo discorso sullo stato dell’Unione d’Obama è stato quello che è più piaciuto agli americani: il 53% di quanti lo hanno ascoltato l’apprezza. Opposto il giudizio di Donald Trump, battistrada fra gli aspiranti alla Casa Bianca repubblicani: “Uno dei discorsi più noiosi, sconclusionati e vuoti che abbia mai sentito – ha scritto su Twitter -. Una nuova leadership sta per arrivare”. Hillary Clinton, battistrada democratica, è invece orogogliosa del discorso e dell’amicizia del presidente: “L’America - ha scritto su Facebook - è migliore grazie alla sua guida”, scrive su Facebook. (gp)
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