Scritto per Il Fatto Quotidiano del 27/01/2016 e ripreso da .www.UsaGpNews.eu
Quella dello Iowa è gente solida, quadrata, con le
idee chiare, che sa distinguere nei campi il grano dal loglio. Gente come
Pamela Saturnia, pastore metodista, che domenica ha fatto una bella predica a
Donald Trump, venuto ad assistere in un banco di quinta fila alla funzione
festiva nella sua chiesa di Muscataine. Che fosse lì per calcolo o per fede,
Trump s’è dovuto sorbire un sermone, che suonava rampogna, sui valori cristiani
dell'accoglienza verso il prossimo tuo, rifugiati o immigrati clandestini
messicani che siano.
Il magnate dell’immobiliare, presbiteriano, era alla
First Presbyterian Church. Il pastore, una donna bianca, tarchiata, i capelli
ricci, ha fatto la sua omelia sul tema dell'immigrazione, uno dei preferiti del
candidato alla nomination repubblicana. E ha citato i rifugiati siriani, cui
Trump vuole vietare l'ingresso perché tutti potenziali terroristi, e i migranti
messicani, che Trump vuole rispedire a casa, se sono negli Usa irregolarmente.
D’inverno, nello Iowa la terra è dura, compatta,
gelata, coperta a perdita d’occhio dalla neve: ora, dopo la tempesta dello
scorso fine settimana, ce n’è un sacco. Lunedì 1° febbraio, qui s’inaugura,
come avviene dal 1972, la stagione delle primarie, per designare i delegati che
alle convention di luglio daranno la formale investitura ai candidati democratico
e repubblicano alla Casa Bianca: si vota, come altrove, con il sistema dei
caucuses, assemblee di partito organizzate spesso nei fienili, che spiccano tozzi
nella campagna piatta accanto alle case degli agricoltori, ma anche nelle
scuole, nelle librerie, nelle chiese o nelle palestre.
Grande quasi come mezza Italia (145mila kmq), una
pianura uniforme con poco più di tre milioni d’abitanti, inizialmente francese
–Des Moines, la capitale, 200 mila abitanti, sarebbe ‘dei monaci’-, poi venduto
nel 1803 da Napoleone con tutta la Louisiana agli Stati Uniti, lo Iowa prende
il nome da una tribù di Sioux che vi abitarono fino al 1836, quando, fatto un
accordo con i ‘lunghi coltelli’, si trasferirono in Oklahoma. Qui, a Winterset,
nacque John Wayne; qui, ci sono i ponti di Madison County; e qui c’è una forte
comunità d’origine tedesca o scandinava, caratteri un po’ rudi e chiusi.
Bianchi
e protestanti in grande maggioranza: neri ce ne sono relativamente pochi,
musulmani meno.
I caucuses si svolgono con riti diversi, a seconda del
partito e degli Stati. Nello Iowa, se ne tiene uno per partito in tutte le 1681
circoscrizioni elettorali, designando i delegati alle convention di ciascuna
delle 99 contee. Che, a loro volta, scelgono i delegati alla convention
statale, che nomina quelli alla convention nazionale: circa l’1 per cento del
totale appena.
Solo gli elettori registrati per l’uno o l’altro
partito possono votare. Ma come osservatori sono pure ammessi indipendenti e
giornalisti. Fra i repubblicani, il voto è segreto: spesso si mette un foglietto
con il nome del prescelto in un cappello che gira per l’assemblea-, I
democratici, invece, votano ‘pedibus calcantibus’, come facevano i senatori
romani: nell’area dell’assemblea, si creano crocchi, per l’uno o per l’altro
candidato; poi, c’è tempo mezz’ora per convincere gli indecisi o indurre
qualcuno a cambiare scelta; e, alla fine, si contano i crocchi.
Dalle assemblee, escono sovente scelte a sorpresa. Chi
vince nello Iowa, specie fra i repubblicani, spesso poi non ottiene la nomination:
se nel 2000 vinse George W. Bush, nel 2008 fu primo l’ex governatore
dell’Arkansas Mike Huckabee (e John McCain, che poi ebbe la nomination, fu solo
quarto); e nel 2012 vinse l’ex senatore della Pennsylvania Rick Santorum (e
Mitt Romney arrivò secondo per decimi di punto). Huckabee e Santorum sono in
corsa pure quest’anno, ma quasi fuori dai radar dei sondaggi. Fra i
democratici, la gente dello Iowa ci azzecca di più: qui vinsero Al Gore nel
2000 e John Kerry nel 2004 e, a sorpresa, Barack Obama nel 2008, iniziando così
a costruire l’inattesa vittoria su Hillary Clinton.
Quest’anno, l’incertezza è grande in entrambi i campi.
La media dei sondaggi fatta dalla Cnn dà Trump è in leggero vantaggio fra i
repubblicani, avendo riscavalcato Ted Cruz anche grazie all’ ‘effetto Palin’
(31% a 26%), che lo starebbe spingendo forte nelle ultime ore; Hillary Clinton
e Bernie Sanders sono testa a testa fra i democratici (45% a 46%, un dato
statisticamente irrilevante).
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