Scritto per www.GpNewsUsa2016.eu e Formiche.net lo 03/01/2016
Donald Trump protagonista, per ben 11
minuti, di un video di propaganda degli integralisti somali di al Shebaab,
partner del sedicente Stato islamico: aveva dunque ragione Hillary Clinton,
quando prevedeva che il discorso in cui il candidato alla nomination
repubblicana s’impegnava a chiudere –- se eletto presidente - "completamente
le frontiere americane a tutti i musulmani" sarebbe divenuto strumento di
reclutamento dei terroristi.
Il video, della durata complessiva di 51
minuti, è stato scovato dal Site, il gruppo d’intelligence che scandaglia sul
web le comunicazioni degli integralisti. Il segmento con Trump, relativo proprio al discorso fatto in South Carolina, è preceduto e
seguito da immagini e interventi di Anwar al-Awlaki, leader di riferimento
degli estremisti ucciso nel 2011 da un drone nello Yemen.
Il quotidiano britannico The Independent,
che ne parla, ricorda che gli Shebaab sono responsabili dell'attacco
all'università di Garissa in Kenya, dove ad aprile 2015 furono ammazzate 148
persone, e dell'attentato al centro commerciale Westgate di Nairobi, dove nel
settembre 2013 furono uccise 63 persone.
L’immagine di Hillary d’un Trump
"miglior reclutatore" del terrorismo integralista trova dunque
conferma; anzi, magari l’ex first lady ha fornito lei stessa l’idea ai ‘creativi’
degli jihadisti. Nell'ultimo dibattito tra gli aspiranti alla nomination democratici
alla Casa Bianca, a dicembre, la Clinton aveva denunciato la retorica
anti-Islam del battistrada repubblicano, affermando che l’Is avrebbe potuto
utilizzare stralci dei suoi discorsi per reclutare più combattenti.
E le sortite di Trump continuano a
suscitare polemiche, ma anche a valergli punti nei sondaggi. Sopra lo stadio di
Pasadena, il Rose Bowl della finale mondiale 1994, in California, sono apparse
scie di fumo lasciate da aerei per formare scritte come "L'America è
grande. Trump è disgustoso", "Chiunque, ma non Trump" e "Trump
ama odiare". L'iniziativa è stata del magnate Stan Pate, supporter d’un
altro candidato alla nomination repubblicana, il senatore della Florida Marco
Rubio.
E le sparate ‘anti-Islam’ dello showman potrebbero
impedirgli di rimettere piede in Gran Bretagna, se non sarà eletto. Una
petizione per metterlo al bando dal Regno Unito ha avuto il maggior numero di
firme mai raccolto in precedenza, ben oltre le 500 mila. A questo punto, il ministero
degli Interni potrebbe decretarne la presenza non "positiva per il bene
pubblico".
Se invece Trump fosse eletto 45o
presidente degli Stati Uniti, godrebbe – sostiene il Daily Mail -dell'immunità diplomatica
riconosciuta ai capi di Stato. Ma lo stesso premier conservatore britannico David
Cameron ha condannato le sortite del candidato repubblicano, definendole
"fonte di spaccatura nella società, stupide e sbagliate". Downing Street,
insomma, non tifa Trump. (fonti vv - gp)
Nessun commento:
Posta un commento