Scritto per www.GpNewsUsa2016.eu e Formiche.net
Se non ci
fosse il sedicente Stato islamico, e tutte le complicazioni e le interazioni
che ne derivano, tra Donald Trump e Hillary Clinton, oggi, sarebbe soprattutto
questione di soldi. E invece Trump, divenuto agente reclutatore dei terroristi
integralisti in un loro video, si rifà sostenendo che l’autoproclamato
Califfato è una creazione del presidente Barack Obama e, naturalmente, di
Hillary, segretario di Stato tra il 2009 e il 2013.
Trump l’ha
detto parlando a Biloxi in Mississippi: l’accusa all'Amministrazione democratica,
non del tutto campata in aria questa volta, è di avere lasciato crescere lo
Stato islamico, non congelando in particolare i proventi derivanti dal petrolio
controllato dagli jihadisti - in fondo, ancora una questione di soldi -.
Hillary, invece, a proposito dell’autoproclamato Califfato e dei suoi misfatti,
usa un’espressione già utilizzata da papa Francesco e ne denuncia il “genocidio
contro i cristiani”.
Di soldi, al
momento, ha le casse piene l’ex first lady, nonostante la defezione non del
tutto imprevista del magnate dei supermercati e playboy Ron Burkle, che ha
scelto il governatore dell’Ohio John Kasich, aspirante alla nomination
repubblicana, dopo essere stato fino al 2012 grande finanziatore del partito
democratico e, in particolare dei Clinton – un’amicizia con Bill guastatasi
dopo partite a golf e viaggi sul suo aereo privato, dove si dice ci si
divertisse molto -.
Secondo i
dati finora disponibili, pubblicati dalla stampa Usa, Hillary ha rastrellato
112 milioni di dollari nel 2015, di cui ben 55 nell’ultimo trimestre. Una cifra
quasi pari a quella record raccolta da Obama nella campagna del 2012. L'obiettivo
dei 100 milioni di dollari entro fine anno è stato centrato e abbondantemente
superato.
L'ex
segretario di Stato dà una dimostrazione di forza finanziaria, con cui non
possono competere i suoi rivali, neppure il senatore indipendente Bernie
Sanders, che, nello Iowa, dove il 1° febbraio inizieranno le primarie, è
indietro di poco nei sondaggi a Hillary.
Dei 55
miliardi di dollari raccolti nell'ultimo trimestre 2015, la Clinton ne ha destinati
33 milioni alla campagna per le primarie, mentre il resto servirà, ottenuta la nomination,
per la vera e propria campagna presidenziale, che partirà in estate dopo le
convention di fine luglio.
Trump, che i soldi non ha bisogno di raccoglierli perché ce li ha, risponde dichiarandosi disposto a spendere almeno due milioni di dollari alla settimana per ottenere la nomination – nel suo caso, molto più contrastata e incerta -: di qui alla convention, significa almeno una trentina di milioni. In un’intervista alla Cnn a fine anno, il battistrada repubblicano ha detto: “Spenderò un minimo di due milioni di dollari la settimana e forse molto di più”, anticipando massicci spot pubblicitari in Iowa, New Hampshire e South Carolina, i primi Stati che assegnano i delegati alla convention. E ha definito Hillary “un disastro” come candidata perché “controllata dai suoi soldi”. (fonti vv – gp)
Trump, che i soldi non ha bisogno di raccoglierli perché ce li ha, risponde dichiarandosi disposto a spendere almeno due milioni di dollari alla settimana per ottenere la nomination – nel suo caso, molto più contrastata e incerta -: di qui alla convention, significa almeno una trentina di milioni. In un’intervista alla Cnn a fine anno, il battistrada repubblicano ha detto: “Spenderò un minimo di due milioni di dollari la settimana e forse molto di più”, anticipando massicci spot pubblicitari in Iowa, New Hampshire e South Carolina, i primi Stati che assegnano i delegati alla convention. E ha definito Hillary “un disastro” come candidata perché “controllata dai suoi soldi”. (fonti vv – gp)
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