Scritto per Il Fatto Quotidiano del 28/01/2016
Altro che i cowboys romantici di Brokeback Mountain,
gente fragile, che alla prima difficoltà magari lasciava perdere. Questi sono
cowboys tosti, alla John Wayne, tutti speroni e pistole; soprattutto pistole. E
siccome la polizia d’America non ci va tanto per il sottile, alla fine c’è
scappato il morto ammazzato, l’altra notte, a Burns, località ai piedi delle
Montagne Rocciose, tremila anime, prati e fiumi, nel Sud-Est d’uno Stato –
l’Oregon - grande tre quarti dell’Italia e con meno di quattro milioni di
abitanti.
Lo scontro tra agenti e la milizia ‘fa-da-te’ che da
tre settimane occupava un edificio del governo, dentro un parco naturale, è
avvenuto in circostanze ancora oscure: un morto, un ferito, altre sei persone
arrestate. Fra di esse, il leader del gruppo, Ammon Bundy, 40 anni, originario dell'Idaho,
appena al di là della catena di monti –il ferito sarebbe suo fratello Ryan-.
Contro la banda, l’accusa è di cospirazione per
ostacolare il lavoro di agenti federali. Il 2 gennaio, gli otto avevano
occupato uno stabile nella riserva naturale di Malheur, nella contea di Harney:
si considerano patrioti, sventolano la bandiera a stelle e strisce e dicono di volere
sostenere due piccoli proprietari terrieri locali, accusati di aver appiccato
il fuoco in terreni federali e per questo, a dire dei cowboys, perseguitati dal
governo.
L'operazione è stata condotta dall'Fbi, la polizia
federale, e dalla polizia di Stato. La sparatoria sarebbe cominciata quando
alcuni agenti hanno fermato, per un controllo, un veicolo con a bordo alcuni
della banda: non è chiaro chi abbia aperto il fuoco per primo. Intanto,
l’edificio occupato non è stato evacuato: c’è chi resiste dentro.
Le autorità temono che ora la protesta possa
diffondersi: dall'Oregon al Nevada, ranchers accusano l’Amministrazione di Washington
di vietare agli allevatori di pascolare bestiame nelle terre federali e di
cacciare nelle riserve naturali. I fratelli Bundy sono figli d’arte: loro
padre, Cliven Bundy, noto militante anti-governativo, nel 2014 organizzò una
manifestazione del genere nel Nevada e la ebbe pure vinta, divenendo una sorta
di eroe.
L’ideologia è molto semplice: è gente che ce l’ha con
il ‘governo’, quale che sia (se di Washington, che sta lontano, peggio ancora);
gente che, se votasse – spesso non vota -, voterebbe Donald Trump, che gliele
canta chiare, oppure Ted Cruz, che viene dal Texas (ma forse li trova entrambi
troppo ‘fighetti’); gente che sopra di sé ha solo dio e il presidente e lo
sceriffo gli fanno un baffo.
L’Oregon è terra fertile a posizioni così radicali:
non è uno Stato iper-conservatore e, anzi, spesso vi vincono i democratici, ma
vi alligna pure il culto delle armi e quell’individualismo esasperato che fa
tanto Far West (anche se qui siamo sulla costa del Pacifico). All’inizio di
ottobre, ci fu una strage – non la prima - in un college; la marijuana per uso
ricreativo è stata da poco legalizzata – nell’Unione è stato il terzo Stato a
farlo-; ed è stato il primo Stato ad avere un sindaco transgender e ora un
governatore bisessuale; sta qui la Springfield dei Simpson; ha legalizzato
l’eutanasia, ma non i matrimoni omosessuali; è terra di ecoterroristi e tempo
fa vi fu pure scoperta una cellula jihadista; ed è già capitato che sette o
milizie s’installino in ranch e ne facciano sorte di terre franche. Fin quando
non arriva la polizia federale.
Com’è successo a Burn la scorsa notte. "Resteremo
qui per tutto il tempo che ci vorrà: siamo qui per ridare la terra al
popolo", diceva Ryan Payne, un veterano dell'esercito schierato coi
miliziani. E Bundy rincarava: "Siamo qui perché c’è gente che ha subito
abusi e ha perso le proprie terre”. Ma l’Fbi e lo sceriffo David Ward ci
vedevano un complotto “per tentare di rovesciare il governo e creare un
movimento negli Stati Uniti". Un morto, un ferito, sei arresti; e
l’assedio continua.
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