Scritto per il blog del Fatto ieri e, in altra versione, per il Fatto Quotidiano del 16/01/2016
Fortuna
che, sul palco di Charleston, ci sono saliti senza le loro pistole, cui non
intendono proprio rinunciare. Perché, appena si sono insediati dietro i loro
podi, hanno cominciato a sparare a raffica (di parole) contro la politica
estera e di sicurezza del presidente Obama e di quella che ne sarebbe l’emula e
il clone, Hillary Clinton. Che mette alla berlina su Twitter “la diplomazia da
cowboys” degli aspiranti alla nomination repubblicana alla Casa Bianca; e poi scimmiotta
i messaggi annoiati di Donald Trump dopo il discorso sullo stato dell’Unione:
“Un’ora e mezzo così? Immaginatevi quattro anni”.
Del resto,
se non parlano –male- di Obama e della Clinton, il che li mette tutti d’accordo
(la cronaca delle ultime 72 ore offre spunti, dal sequestro delle navi Usa in
acque iraniane alla recrudescenza del terrorismo tra Istanbul e Giacarta), i
candidati repubblicani litigano fra di loro: e non è bello. Ma siamo alle
strette: quello sul canale Business della Fox è il 6° e penultimo dibattito – l’ultimo
sarà giovedì 28 -, prima che s’inizino a contare i voti e i delegati, con le
assemblee di partito nello Iowa il 1° febbraio.
I repubblicani
in lizza sono una dozzina, ma cinque non ‘facevano il peso’ nella media dei
sondaggi per partecipare al dibattito in prima serata; i democratici solo tre:
avranno un terzo e ultimo dibattito domenica 17.
Inevitabile che tra Trump e il senatore del Texas Ted Cruz, che lo insidia proprio nello Iowa, escano tensioni: la polemica sul fatto che Cruz sia nato in Canada (e non sia, quindi, eleggibile) è un modo per punzecchiarsi. L’ex governatore della Florida, ed ex favorito, Jeb Bush critica la messa al bando dei musulmani proposta da Trump, che gli rovescia addosso la solita accusa, di essere un debole. E il senatore della Florida Marco Rubio, d’origine cubana, frena le aperture sull'immigrazione. Trump dice che i rifugiati "sono un cavallo di Troia" e "non dobbiamo permettere che entrino in America".
Inevitabile che tra Trump e il senatore del Texas Ted Cruz, che lo insidia proprio nello Iowa, escano tensioni: la polemica sul fatto che Cruz sia nato in Canada (e non sia, quindi, eleggibile) è un modo per punzecchiarsi. L’ex governatore della Florida, ed ex favorito, Jeb Bush critica la messa al bando dei musulmani proposta da Trump, che gli rovescia addosso la solita accusa, di essere un debole. E il senatore della Florida Marco Rubio, d’origine cubana, frena le aperture sull'immigrazione. Trump dice che i rifugiati "sono un cavallo di Troia" e "non dobbiamo permettere che entrino in America".
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