C’è tutto il meglio dell’Italia europeista e federalista,
nella sala Zuccari di palazzo Giustiniani, ad assistere alla consegna del
riconoscimento Altiero Spinelli destinato ai costruttori dell’Europa federale
ed assegnato al presidente emerito Giorgio Napolitano. E ci sono le
Istituzioni: il presidente Mattarella ed il presidente del Senato Pietro
Grasso, padrone di casa, che ricorda, in una stagione in cui volano schiaffi
tra Roma e Bruxelles, come “fuori dall’Unione non v’è futuro per l’Europa” e
“fuori dall’Europa non v’e futuro per l’Italia”.
Il presidente del Movimento federalista europeo Giorgio
Anselmi, che consegna il premio a Napolitano, denuncia “il gioco stucchevole” dello
scaricabarile sull’Europa di ogni colpa,
nell’intreccio “di conflitti e recriminazioni” tra singoli Stati e tra Stati ed
Unione.
Napolitano parla mezz’ora: si commuove sul finire quando
evoca Spinelli, di cui ricorrerà a maggio il 30° anniversario della morte; e ripercorre
le tappe –e le crisi- del percorso d’integrazione. “Se la costruzione europea
vacillasse, noi europei saremmo ai margini” della comunità internazionale,
avverte; e sbotta “E’ tempo di reagire al vilipendio menzognero e continuato”
dei risultati ottenuti, invitando a non avallare mai “il catastrofismo”
anti-europeista.
Tra Roma e Bruxelles, in particolare, “non possono esserci”
conflitti veri e propri, ma al più “confronti e chiarimenti”, nella reciproca
consapevolezza che “intese ragionevoli” saranno sempre conseguite, specie con
la Commissione europea. A livello di Stati, la consolidata solidarietà e la
reciproca fiducia, accantonati gli stereotipi, tra i sei Paesi fondatori e in
particolare fra i tre Grandi, Germania, Francia, Italia, sono ingredienti
essenziali di ogni progetto di rilancio europeo: tra Italia e Germania, dove
oggi affiorano tentazioni di contrapposizione, c’è una lunga convergenza e quasi
una comunanza di visione e d’interessi.
La drammatica priorità –dice Napolitano- va al problema dei flussi migratori, dove
bisogna fare coesistere solidarietà e sicurezza senza rinnegare Schengen. Sul
fronte migranti, Grasso aveva denunciato “le paure irresponsabilmente
alimentate” e aveva prospettato per i rifugiati “una soluzione equa e solidale”.
Il presidente emerito chiude nel segno di Spinelli: il consenso per l’integrazione tornerà a manifestarsi se ci sarà, anche in Italia, una forte volontà politica per un’Europa unita “dotata di forti istituzioni” e “orientata al federalismo”. L’applauso è corale e convinto: ma questa mattina, nella sala Zuccari, l’europeismo giocava in casa.
Il presidente emerito chiude nel segno di Spinelli: il consenso per l’integrazione tornerà a manifestarsi se ci sarà, anche in Italia, una forte volontà politica per un’Europa unita “dotata di forti istituzioni” e “orientata al federalismo”. L’applauso è corale e convinto: ma questa mattina, nella sala Zuccari, l’europeismo giocava in casa.
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