Scritto per www.GpNewsUsa2016.eu e Formiche.net l'11/07/2016
A una
settimana dalla Convention repubblicana, che si farà a Cleveland, nell’Ohio,
dal 18 al 21 luglio, s’intensificano ipotesi e indiscrezioni sul vice che Donald
Trump sceglierà: una donna, l’esponente di una minoranza, un politico
tradizionale, spesso le voci sono ‘ballons d’essai’ o suggerimenti, oppure vere
e proprie autopromozioni o ancora semplici operazioni pubblicitarie.
Potrebbe
appartenere a quest’ultima categoria, ma potrebbe pure rivelarsi azzeccata, l’indicazione
di un ex generale ed ex capo dell'intelligence militare degli Stati Uniti:
Michael Flynn, alla guida della Dia dal 2012 al ‘14, viene indicato al
Washington Post come possibile scelta da fonti vicine al processo di selezione.
Altri potenziali vice sono, fra i tanti citati, l'ex speaker della Camera Newt
Gingrich, le cui quotazioni sono parse crescenti nei giorni scorsi, e i
governatori dell'Indiana Mike Pence e del New Jersey Chris Christie. Salvo, naturalmente, sorprese sempre possibili.
Nella storia
americana, ci sono precedenti di candidati populisti che scelgono un militare
come numero due: nel 1968 il segregazionista George Wallace e nel 1992 il
miliardario Ross Perot. L'annuncio del vice dovrebbe arrivare a giorni e, al
più tardi, alla Convention di Cleveland.
Il WP, un
giornale per altro lontano da Trump, che lo ha addirittura bandito dalla sua
campagna, ricorda che Flynn è registrato tra gli elettori democratici, ma che s’è
più volte schierato contro le scelte di politica estera di Barack Obama: due anni
fa venne sostituito alla Dia in odore di dissidi con i vertici del Pentagono.
Da allora, l'ex generale s’è dedicato a coltivare rapporti con la Russia di
Vladimir Putin (una simpatia che lo avvicina a Trump).
Ma a fare
sospettare che il lancio del suo nome sia solo un’operazione pubblicitaria c’è
il fatto che ha appena scritto un saggio sull'Islam radicale a quattro mani con
Michael Ledeen, neo-con coinvolto in molti misteri d'Italia. Il libro, ‘Field
of Fight: How We Can Win the Global War Against Radical Islam and Its Allies’,
uscirà in libreria domani.
"Trump
trova in Flynn un partner di cui si fida, ma soprattutto gli piace l'immagine
di un uomo d'affari e un generale che arrivano a Washington da outsider",
scriveva ieri il WP, rilevando che lo showman conta molto sullo "star
power" e sull'effetto sorpresa per catalizzare consensi, mentre è
"piuttosto annoiato" dagli strateghi che gli consigliano un politico
tradizionale.
Sull’ANSA,
Alessandra Baldini osserva che Flynn non è certamente tradizionale e va
d'accordo con Trump su vari punti di politica estera: oltre alla Russia,
l'approccio da falco nella lotta all'Islam delineato nel libro scritto con
Ledeen.
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