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martedì 27 maggio 2014

Ue: Commissione, autostrada per Juncker a presidenza

Scritto per EurActiv.it il 27/05/2014

Prima le scelte sul da farsi, poi i nomi, dice il premier italiano Matteo Renzi al Vertice informale fra i capi di Stato o di governo dell’Ue. Ma la strada della presidenza della Commissione europea appare spianata per il popolare Jean-Claude Juncker, cui proprio il presidente del Parlamento europeo, e suo rivale, il socialista Martin Schulz, affida il compito di cercare una maggioranza necessaria a ottenere l’investitura dell’Assemblea di Strasburgo. Bisogna, però, superare l'ostilità britannica ed evitare le trappole sul percorso.

Renzi si presenta a Bruxelles –dice- con la consapevolezza di guidare il partito che alle elezioni europee ha ottenuto il miglior risultato nei grandi Paesi Ue e di governare il paese con la maggiore affluenza alle urne. E ai partner riuniti per valutare le conseguenze del voto, che ha visto abbattersi sull’Ue un uragano euro-scettico, spiega che "se vogliamo salvare l'Europa, dobbiamo cambiare l'Europa". Ai colleghi che si congratulano con lui, Renzi dichiara: "Vi dico che anche chi ha votato per noi ha chiesto di cambiare l'Europa".

I confini della discussione li traccia, però, la cancelliera tedesca Angela Merkel: si parla "di come condurre le consultazioni con il Parlamento" per decidere il presidente della Commissione europea”: "Daremo al presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy il mandato per farlo – anticipa la Merkel -, in collaborazione con Juncker che e' stato scelto dal Parlamento per condurre le consultazioni". Un dialogo fra due ex premier, entrambi popolari, entrambi beneluxiani, entrambi espressione del primo nucleo dell’integrazione europea: un accordo pare fattibile.

Merkel auspica "progressi", anche se "nessuno dei gruppi ha da solo la maggioranza: si trattera' di trovare ampie maggioranze", un presagio di larghe intese alla tedesca (ancor più che all'italiana). Nel menù della cena di lavoro, vi sono pure l’Ucraina e, su richiesta dell’Italia, la Libia, tema che il premier Renzi potrebbe avere affrontato nella telefonata avuta, dopo il voto di domenica, con il presidente Usa Barack Obama.

Aprendo i lavori, Van Rompuy afferma che, al di là dei distinguo nazionali, “gli elettori hanno mandato un messaggio forte: il quadro più ampio mostra un mix di continuità e cambiamento".. "Mentre i nostri paesi continuano sulla strada della ripresa -osserva Van Rompuy - abbiamo bisogno di un'agenda positiva per l'Unione europea nel suo insieme".

Il presidente francese Francois Hollande ha sfoggiato a Bruxelles spavalderia, nonostante la batosta elettorale subita. "La Francia non s’è indebolita", ha detto al suo arrivo, "ed è il paese che conta, insieme alla Germania … è il paese senza il quale l'Europa non può avanzare”. Il premier britannico David Cameron non ha nascosto la sua ostilità a una presidenza Juncker, giudicata troppo europeista e troppo federalista.

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