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giovedì 15 maggio 2014

Ue: Commissione; presidenza, se tempi lunghi, giochi riaperti


Scritto per EurActiv il 15/05/2014

Non saranno brevi i tempi di decisione sul presidente della Commissione europea, dopo le elezioni del 25 maggio. E anche i giochi che parevano già delineati potrebbero riaprirsi, nell’Unione e pure in Italia.

E’ stata la cancelliera tedesca Angela Merkel a smorzare, nei giorni scorsi, l'ipotesi di un accordo ‘sul tamburo’ per la presidenza della Commissione. E’ confermato che i leader dei 28 si riuniranno a Bruxelles la sera del 27 maggio –una cena di lavoro-. Ma, secondo la Merkel, sarà un’occasione per discutere “di politica e non di candidati”.

"Prima di arrivare alle decisioni – ha sostenuto nei giorni scorsi la cancelliera  - ci vorranno di certo diverse settimane".   Il nuovo presidente della Commissione europea, che sostituirà il portoghese Jose' Manuel Barroso, deve entrare in carica, in linea di massima da novembre, per cinque anni.

A indicarne il nome, saranno i capi di Stato e/o di governo dei 28, tenendo però conto dei risultati delle elezioni. Il Parlamento europeo dovrà poi votare l’investitura del nuovo presidente, oppure bocciarlo.

Cinque partiti europei hanno espresso un candidato alla presidenza della Commissione: i popolari, Jean Claude Juncker; i socialisti, Martin Schulz; i liberali, Guy Verhofstadt; la sinistra radicale, Alexis Tsipras; e i Verdi, con un’accoppiata uomo/donna José Bové e Ska Keller.

La Merkel aveva aggiunto che i leader dei 28 faranno “tutto il possibile” per rispettare la volontà degli elettori, ma che ci sono difficoltà a riuscirci. Una battuta che molti leggono come un mettere le mani avanti: se popolari e socialisti escono dal voto quasi alla pari, quanto a seggi a Strasburgo, allora il Consiglio europeo potrebbe essere tentato di proporre un’alternativa a Schultz e a Juncker, che, a quel punto, potrebbero elidersi a vicenda.

E’ uno scenario che non piace, ad esempio, al ministro degli Esteri italiano Federica Mogherini, che s’aspetta che le "famiglie politiche" restino unite e rispettino il patto con gli elettori sulla presidenza della Commissione. Per la Mogherini, "è assodato che il candidato presidente del gruppo più numeroso deve essere sostenuto per guidare la Commissione".

Il ministro spiega: "Se politicizziamo le scelte, allora dobbiamo rispettare la volontà degli elettori e non passare mesi a litigare tra istituzioni”. Altrimenti, i cittadini “verranno a Bruxelles a dare l'assalto al Palazzo d'Inverno” dell’Ue.

In questa fase, la presidenza di turno italiana del Consiglio dell’Ue, che inizierà il 1° luglio, giocherà un ruolo importante “per assicurare una transizione normale": in pochi mesi, cambieranno gli assetti di tutte le maggiori Istituzioni europee, l’intero Parlamento, l’intera Commissione, il presidente del Consiglio europeo e l’alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune.

Se i leader dei 28 dovessero uscire dal seminato dei candidati in lizza, allora tutte le ipotesi finora fatte, e puntualmente riprese da EurActiv.it, andrebbero riviste. E potrebbero pure risalire le quotazioni di candidati apparentemente senza speranza, come il liberale Verhofstadt.

In questo contesto, anche la scelta del prossimo commissario europeo italiano, la cui designazione spetta al governo italiano, potrebbe riaprirsi, dopo che molti indicavano Massimo D’Alema come grande favorito, anche se l’ex premier non s’è mai sbilanciato in tal senso. Matteo Renzi, che ha già mostrato dosi di spregiudicatezza nel fare cose diverse da quelle dette, potrebbe anteporgli un altro ex premier, Enrico Letta, oppure l’attuale sottosegretario agli Affari Europei Sandro Gozi.

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