Scritto per Il Fatto Quotidiano del 20/05/2016
Uno strattone a un deputato e una ‘proposta
indecente’ di Sophie, la first-lady, incrinano in Canada la ‘Trudeau-mania’
scoppiata sei mesi or sono dopo l’elezione di Justin, figlio d’arte, a premier:
volto e modi giovani, 43 anni, il Trudeau jr ha restituito il Canada ai suoi
valori e alle sue tradizioni, dopo quasi 12 anni di governo ininterrotto di
Stephen Harper, neo-con sopravvissuto all’era Bush e pure a se stesso.
Sei mesi di governo, e l’incendio disastroso nel
Saskatchewan, hanno però logorato i nervi di Justin, che l’altro ieri, nel
pieno di una discussione nel Parlamento di Ottawa, una sorta di Westminster issata
su una collinetta, ha strattonato un deputato dell’opposizione, afferrandolo
per un braccio. E, mentre lo faceva, ha pure assestato, involontariamente, una
gomitata a un’altra parlamentare.
L’episodio ha macchiato un passaggio cruciale
dell’agenda politica del premier liberale (i liberali, sui, sono relativamente
di sinistra, non tano in economia quanto sui diritti umani e civili): stando
alle cronache, Trudeau stava cercando di fare tornare al loro posto i deputati
mischiatisi a rissa prima del voto sulla legalizzazione dell’eutanasia, la
morte dolce, o ‘assistita’.
Il disegno di legge è controverso: se non passa
entro il 6 giugno, decade. E l’opposizione, che è contraria per principio e che
teme che il Canada diventi meta del ‘turismo della morte’, cerca di tirarla in
lungo. Il governo spiega che il ‘servizio’ sarà offerto solo a quanti
beneficiano del servizio sanitario canadese, quindi cittadini o residenti, non
gente appena arrivata.
Per lo strattone e la gomitata, il premier s’è
“scusato senza riserve”. Più danno d’immagine, gli ha senza dubbio arrecato la
richiesta della moglie Sophie di potere disporre di più personale. "Come
first-lady, farei di più e vorrei essere ovunque, ma ho tre figli e un marito. Ho
bisogno di aiuto, ho bisogno di un team che mi aiuti a servire la gente",
ha detto Sophie, una ex presentatrice televisiva, al giornale di lingua
francese del Quebec Le Soleil. Parole che le sono subito valse l’appellativo di
‘Maria Antonietta dell’Ontario’.
Justin, invece, ‘sbrocca’ in aula, ma a capo del governo tiene la barra
dritta sui diritti civili: mentre la morte dolce, ispiratagli anche dalla
vicenda del padre, deceduto nel 2000 dopo avere lottato contro un cancro alla
prostata e il morbo di Parkinson, va avanti, il premier ha già messo
sul tavolo un disegno di legge per estendere ai transessuali le tutele per i
diritti umani.
E’ una crociata parallela a quella
dell’Amministrazione Obama negli Stati Uniti: con una direttiva, il presidente
ha garantito in tutte le scuole i diritti civili degli studenti transgender,
anche nell'uso delle toilettes, che la North Carolina restringe al sesso di
nascita. Quanto sta accadendo negli Usa prova, per il ministro della Giustizia
canadese Jody Wilson Raybould, che “viviamo in un’epoca in cui la
discriminazione è del tutto inaccettabile”.
L’obiettivo di Trudeau è di rendere illegale le
discriminazioni sul posto di lavoro e nelle scuole, sulla base dell'identità o
dell'espressione di genere. Le iniziative sull’eutanasia e sui transessuali
rispondono a una particolare sensibilità della società canadese: il premier
vive come “straziante” l’epidemia di suicidi fra nativi canadesi, 1,4 milioni
di persone che spesso vivono nell’indigenza: dall’Ontario al Manitoba, decine
di suicidi e centinaia di tentativi negli ultimi mesi.
Nelle elezioni dell’autunno scorso, il successo di
Justin sanò un’anomalia, perché era sorprendente che il Canada, pezzo d'Europa
trapiantato nel Nord America, fosse governato così a lungo da uno come Harper.
Justin si colloca nel solco del padre Pierre Trudeau, leader di spessore
mondiale, più in sintonia con Jimmy Carter che con Ronald Regan. E ha pure una
madre importante: Margareth Joan Sinclair, è donna di cultura e di mondo. I Trudeau
furono coppia da gossip 'ante litteram': lei ebbe una storia con Ted Kennedy,
prima di frequentare i Rolling Stones, pare anche Mick Jagger.
Sui diritti civili e anche nella difficile prova del
disastroso incendio che ha imperversato per giorni e giorni, imponendo
l’evacuazione di 90 mila persone su un’area grande quanto tutta la Valle d’Aosta
(e fortuna che il Canada ha una densità di popolazione bassissima), Trudeau
figlio è stato all’altezza della tradizione e delle situazioni: è andato a Fort
McMurray, epicentro del disastro, e ha annunciato misure per i proprietari e i
lavoratori che hanno perso casa e lavoro.
Madame Trudeau, invece,
deve darsi una regolata. Candice Bergen, parlamentare conservatrice, nota che la moglie di Harper tirava avanti
con una sola segretaria. Nicki Ashton, una di sinistra, accusa Sophie di non
capire nulla delle difficoltà delle donne canadesi. Sui social network, è stata una gara tra chi difende
la first-lady – relativamente pochi- e chi la critica, con hashtag ironici tipo
#jesuissophie e #prayforsophie. E c’è chi non esclude che il nervosismo di
Justin in Parlamento fosse più funzione delle sortite di Sophie che
dell’ostruzionismo dell’opposizione alla morte dolce
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