Scritto per www.GpNewsUsa2016.eu e Formiche.net ilo 02/09/2016
Agosto non è finito così bene com'era cominciato, per
Hillary Clinton, il cui vantaggio nei sondaggi è andato riducendosi nell'ultima
decade del mese e si sarebbe assottigliato a due punti. Ma agosto è stato
comunque il mese record per la raccolta fondi dell’ex first lady: circa 143 i
milioni di dollari finiti nelle casse della campagna, di cui 81 tramite il
partito democratico.
I dati di confronto con Trump non sono ancora
disponibili, né le raccolte delle due campagne sono proprio confrontabili,
perché il magnate affonda a piene mani nella propria fortuna. E’ invece possibile
fare un confronto con la campagna 2012 di Barack Obama, che quattro anni fa ad
agosto totalizzò 97 milioni, di cui solo 13 tramite il partito.
Il record della Clinton è anche frutto del ritmo
intenso di ricevimenti esclusivi per raccogliere fondi: i più recenti tra le
star di Hollywood e i manager della Silicon Valley: gala in California sono
stati organizzati da Tim Cook, ceo di Apple, con adesioni che andavano a 2.700
a 50 mila dollari, e pure dalla leggenda del basket Earvin Magic Johnson e da
Justin Timberlake e Jessica Biel. Cook non ha mai nascosto l’avversione per
Trump, ma ha invece promosso una raccolta di fondi per Paul Ryan, lo speaker
della Camera, leader repubblicano non allineato con il magnate.
Da queste attività, Hillary ricava vantaggi politici,
oltre che finanziari. Per la prima volta nella sua storia ultra-centenaria, la
Guild, cioè l’Unione, che negli Usa rappresenta attori e manager teatrali
(oltre 50 mila aderenti) ha deciso di dare il proprio endorsement a un
candidato alla Casa Bianca, proprio a lei.
Tutto ciò, però, non migliora la popolarità di Hillary.
Anzi, essa ha toccato, secondo un sondaggio Washinton Post/Abc, il minimo
storico: l’ex first lady piace al 41% degli americani, ma non piace al 56%,
peggio che a giugno, quando aveva già stabilito il suo record di impopolarità
al 55%.
Intanto, la missione elettorale in Messico di Donald
Trump e l’incontro col presidente Pena Nieto, oltre che il successivo discorso
in Arizona sull'immigrazione, non hanno sortito l’effetto desiderato.
Alfonso
Aguilar, leader del gruppo ispanico conservatore Latino Partnership for
Conservative, gli ha tolto il suo sostegno, deluso dal discorso di Phoenix, specie
per la conferma della deportazione degli immigrati irregolari con precedenti
penali: “Sono totalmente deluso, non sorpreso, ma deluso. E mi sento raggirato,
perché fino all'ultimo momento era stata data l’impressione di un cambio d’atteggiamento
sul tema”.
Evidentemente, Trump ha più paura di perdere i voti
dei bianchi che speranze di conquistare quelli degli ispanici. Anche i voti dei
neri, per altro sollecitati in modo maldestro, sono un miraggio, se Spike Lee,
il regista afro-americano, è sicuro che il magnate non conquisterà l’elettorato
di colore e dice alla Cnn che “a Trump non importa niente di nessuno, pensa
solo a se stesso”.
Secondo il Washington Post, Trump non fa neppure
breccia fra i cattolici, che sono circa un decimo dell’elettorato: lì, sarebbe
in caduta libera, mentre in cinque delle ultime dieci elezioni presidenziali i
cattolici hanno votato in maggioranza repubblicano (e Mitt Romney nel 2012 ebbe
il 48% dei voti dei cattolici). Il giornale non attribuisce ciò al fatto che
Tim Kaine, il vice di Hillary, è cattolico.
Per invertire le tendenze non positive. Trump ha lanciato una campagna di spot da 10 milioni, specie negli Stati in bilico, Ohio, Iowa, Pennsylvania, Virginia, Florida, Colorado, Nevada, affidandosi a un messaggio positivo, le opportunità economiche che la sua presidenza offrirebbe. (fonti vv – gp)
Per invertire le tendenze non positive. Trump ha lanciato una campagna di spot da 10 milioni, specie negli Stati in bilico, Ohio, Iowa, Pennsylvania, Virginia, Florida, Colorado, Nevada, affidandosi a un messaggio positivo, le opportunità economiche che la sua presidenza offrirebbe. (fonti vv – gp)
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