Scritto per il Fatto Quotidiano del 22/05/2010
“Non vorremmo mai che accadesse qualcosa che impedisse ai magistrati italiani di continuare a fare l’ottimo lavoro finora svolto: le intercettazioni sono uno strumento essenziale per le indagini”, specie nella lotta alla mafia. Forse, Lanny A. Brauer, sottosegretario alla giustizia dell’Amministrazione Obama, con delega alla criminalità organizzata internazionale, non si rende neppure conto d’intervenire a gamba tesa, con queste dichiarazioni, nelle polemiche italiane e ormai internazionali sulla ‘legge bavaglio’. E, infatti, Brauer, in Italia per colloqui sulla lotta al crimine, insiste: “La legislazione italiana finora è stata molto efficace”.
Il sottosegretario Usa sottolinea “l’eccellente cooperazione” tra autorità e inquirenti dei due Paesi nella lotta al crimine: “L’Italia ha fatto grandi progressi nel condurre le indagini e nel perseguire i gruppi mafiosi operanti entro i suoi confini”, anche se, insieme, “possiamo e dobbiamo fare di più”. Brauer non solleva il problema della libertà di stampa. E, quando s’accorge di essere spinto lontano, precisa: “Non spetta a me entrare nel merito di decisioni che riguardano l’Italia. E non conosco i provvedimenti in discussione”.
Ma polemiche e critiche su questo aspetto del provvedimento sulle intercettazioni hanno ormai una dimensione mondiale. La stampa se ne occupa con toni duri. In Francia, Nouvel Obs scrive che “media e magistrati italiani sono contrari alle limitazioni sulle intercettazioni”; in Spagna, El Pais e Abc fanno muro contro il disegno di legge; in Gran Bretagna, il Financial Times dà rilievo alla sfida di Sky Italia, la tv italiana dell’editore australiano Rupert Murdoch, contro “la legge Berlusconi”.
Il passo di Sky presso la Corte europea dei diritti dell’uomo, che ha sede a Strasburgo, deve ancora concretizzarsi: ci vorrà tempo perché esso possa essere avviato, bisognerà prima attendere l’esaurimento delle possibilità di ricorso nazionali. Da Bruxelles, la Commissione europea ricorda che non ha l’abitudine di commentare “disegni di legge in corso di elaborazione” e dice che “non farà un’eccezione in questo caso”. Il portavoce Olivier Bailly afferma: “Non abbiamo ricevuto nessuna protesta e non facciamo nessun commento”. Del resto, sulle violazioni dei diritti dell’uomo, la competenza è della Corte di Strasburgo e non degli organi dell’Ue.
A rispondere alle sollecitazioni dei giornalisti è la Freedom House, l’associazione no profit Usa che ogni anno pubblica una classifica mondiale della libertà di stampa: nell’ultima, l’Italia figura al 72o posto, in barba alle dichiarazioni di Mr B che qui da noi c’è troppa libertà di stampa. Una posizione destinata a peggiorare, se la ‘norma bavaglio’ dovesse passare. Karin Karkekar, di Freedom House, dà un’intervista alla Bloomberg: il disegno di legge italiano “penalizza la stampa ed è contrario agli standard internazionali, perché “potrebbe punire i giornalisti per avere riportato un’informazione pubblicamente disponibile o notizie che sono di pubblico interesse”. Per la Karlekar, ‘’Le misure con sanzioni così dure per i giornalisti sono fuori linea con le norme predominanti, che tendono a depenalizzare le pratiche illegali della stampa”.
Le dichiarazioni di Brauer rischiano di tradursi in uno screzio tra Italia e Stati Uniti, anche perché il ministro degli esteri Franco Frattini si schiera, invece, in prima linea nella difesa del disegno a’nti-intercettazioni’: “Tanti italiani –afferma- hanno sofferto la barbarie di vedere notizie private apparire sulla prima pagina dei giornali senza nessun filtro, una barbarie che deve finire”. Dopo di che, Frattini tira fuori una frase che dovrebbe rassicurare gli Stati Uniti: “Tutto quello che servirà per combattere le mafie, intercettazioni incluse,m non sarà né toccato né ridotto”.
La questione non è emersa, ieri, nell’incontro che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha avuto, al Quirinale, con il presidente della Commissione europea Josè Manuel Durao Barroso, presente il ministro delle politiche comunitarie Stefano Ronca. Ma potrebbe, invece, avere un’eco nella missione che Napolitano sta per intraprendere a Washington, dove, martedì, accompagnato proprio dal ministro Frattini, sarà ricevuto alla Casa Bianca dal presidente statunitense..
Barack Obama pare avere una considerazione particolare per quel vecchio comunista italiano che, l’estate scorsa, a Roma per il Vertice del G8, salutò come “un leader mondiale”, ringraziandolo
“per la sua leadership”.
Primo dirigente del Pci a sbarcare negli Usa 32 anni or sono, Napoletano continua a interessare
gli americani e a goderne la fiducia. La visita a Washington era prevista dopo l’estate, ma è stata anticipata su richiesta di Obama, e in tempi stretti: il presidente Usa vuole capire che cosa accade nell’Europa dei leader pavidi nella difesa della propria moneta. E, magari, vuole anche capire che cosa succede in Italia, tra scandali, corruzioni e ‘leggi bavaglio’.
Giampiero Gramaglia
sabato 22 maggio 2010
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento