Scritto per Il Fatto Quotidiano del 05/08/2011, provvisorio
Magari, voleva solo augurare buon compleanno a Barack Obama, in un modo certo più originale, ma sicuramente meno gradito, di quello scelto dal presidente italiano Giorgio Napolitano e dai leader di tutto il Mondo, che, ieri, giorno del suo 50.o compleanno, hanno spedito al presidente degli Stati Uniti messaggi intensi e calorosi. Napolitano ha scelto di scrivere: “Nel nome della nostra personale amicizia, che rispecchia i sentimenti che legano i nostri Paesi, le formulo fervidi voti di salute e serenità e di una proficua prosecuzione del suo alto mandato".
Ma è più probabile che l’individuo che mercoledì e' saltato nel giardino che circonda la Casa Bianca dopo aver scavalcato l’inferriata di cinta, non avesse intenzioni così innocue e amichevoli, anche se si ignorano tuttora sia le generalità dell’uomo che le ragioni del gesto, di cui riferisce l’agenzia EFE in base a immagini della Cnn. Lo sconosciuto ha scavalcato la cinta che corre intorno al complesso della Casa Bianca, solo per essere subito sopraffatto e arrestato da tre agenti del Secret Service, il servizio di sicurezza del presidente: l'intruso, riferisce l’EFE, ha fatto appena in tempo a lanciare lontano uno zainetto, che e' rimasto sull'erba, mentre gli agenti, armati di fucili automatici, gli ordinavano di sdraiarsi a terra e lo ammanettavano. L'invasore e' quindi stato trascinato via. Quanto allo zainetto, una squadra di artificieri è presto intervenuto per accertarne il contenuto e soprattutto per disinnescare eventuali ordigni esplosivi, che non c’erano.
All’incursore solitario, è andata proprio bene. Le violazioni della Casa Bianca, ce non sono così rare come si potrebbe credere, possono, infatti, finire tragicamente: negli Stati Uniti, violare il domicilio di qualcuno espone a grossi rischi; figuriamoci se si tratta del domicilio del presidente. Nel giro d’un decennio o poco più, si possono ricordare, senza pretesa di completezza, lo schianto tragico d’un aeroplanino sul prato della Casa Bianca, l’uccisione d’un individuo che fuori dalla cinta sfidava gli agenti del Secret Service e l’arresto di un ubriaco che, con una dinamica del tutto simile a quella ora segnalata dalla EFE, scavalcò l’inferriata e fu immediatamente bloccato, prima d’avvicinarsi all’ingresso della residenza (allora) di George W. Bush.
E non si può dimenticare il mistero che continua a circondare l’obiettivo del quarto aereo dirottato l’11 Settembre, il volo UA93, schiantatosi al suolo in Pennsylvania perché i passeggeri in rivolta mandarono a vuoto i piani dei terroristi: doveva abbattersi sulla Casa Bianca?, o sul Congresso Usa?, obiettivo più facile perché posto in rilievo sul Campidoglio. Da quel giorno, gli allarmi aerei alla Casa Bianca sono stati ben più di uno: quando un velivolo viola lo spazio vietato, scattano misure di sicurezza draconiane e il presidente, se c’è, deve riparare in luogo sicuro.
Se, invece, voleva proprio fare solo gli auguri al presidente, il misterioso ‘intruso’ aveva sbagliato, questa volta, indirizzo: Obama e famiglia abitano sì al mitico 1600 di Pennsylvania Avenue, Washington, DC, ma il presidente festeggiava il compleanno a Chicago, la sua città, intento, oltre che a rispondere agli auguri, a raccogliere fondi per la campagna elettorale delle presidenziali 2012 e a incoraggiare i propri fan. Come in una catena di Sant’Antonio rivisitata nell’epoca di Facebook e Twitter, ognuno dovrà portargli 50 nuovi amici. Non che lui resti con le mani in mano: progetta, per riparare ai danni d’immagine del compromesso sul debito, un giro in pullman del Midwest e ha già annunciato che l’11 Settembre sarà a Ground Zero, a New York. Nel decimo anniversario dell’attacco all’America di bin Laden, Obama vorrà ricordare di avere eliminato il capo terrorista.
venerdì 5 agosto 2011
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