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lunedì 25 aprile 2016

Austria: presidenziali, xenofobi destra avanti, fanno festa i Salvini d'Europa

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 25/04/2016 

L’internazionale xenofoba dell’Unione europea celebra il successo del suo candidato al primo turno delle presidenziali austriache, in una giornata segnata da tensioni al Brennero, dove i centri sociali italiani, che manifestano contro la chiusura della frontiera e l’erezione di una barriera, si scontrano con la polizia austriaca.

Fanno festa, quasi all’unisono, Salvini in Italia e la Le Pen in Francia, quelli che vogliono uscire dall’Ue in Gran Bretagna e Alternativa per la Germania, le destre anti-Islam in Belgio e Olanda: l’Europa che dimentica errori ed orrori d’un passato non remoto. L’Europa solidale, invece, riceve l’elogio che Obama fa alla Merkel, reduce da una missione in Turchia dove, secondo i suoi critici, ha però mostrato “una solidarietà a gettone”, mostrandosi vicina a Erdogan e non criticando il muro dell’Austria.

In Austria, quella di Norbert Hofer del Partito della Libertà, con quasi il 37% dei voti, potrà anche rivelarsi, al ballottaggio, una vittoria di Pirro. Ma il risultato odierno, il migliore mai registrato, è una sconfitta senza appello per i due maggiori partiti austriaci, il popolare e il socialdemocratico, i cui candidati Andreas Kohl e Rudolf Hundstorfer si attestano poco sopra l’11% e restano fuori dal secondo turno. A contendersi la seconda piazza utile per sfidare Hofer sono il verde Alexander van der Bellen (21% nelle proiezioni) e la candidata indipendente Irmgard Griss (19%): alla fine, la spunta il verde.

La campagna elettorale s’è giocata quasi esclusivamente su due temi: l’immigrazione e il rapporto tra Nord e Sud dell’Europa, come pure tra l’Europa centrale e quella orientale: su entrambi i fronti, l’Austria è in una posizione di snodo, tra gli inviti alla solidarietà che vengono, o almeno venivano, dalla Germania, la richiesta di condivisione dell’accoglienza che sale dal Sud e il no alla solidarietà che viene dall’Est.

L’Austria non è una repubblica presidenziale e, quindi, i risultati non avranno riflessi immediati sulla ‘grande coalizione’ tra popolari e socialdemocratici al governo. Le elezioni politiche sono previste nel 2018, ma i sondaggi, che attribuiscono alla destra xenofoba un terzo dei sondaggi, hanno già condizionato l’atteggiamento dell’Esecutivo sulla questione dei migranti.

La deriva di destra e xenofoba è nel dna austriaco, dai tempi di Haider, precursore dei leghismi e interprete d’uno spirito nazionalistico e isolazionista comunque presente nel Paese passato attraverso mezzo secolo di neutralità prima di approdare nell’Ue a comunismo ormai disgregato.

L’alternanza - e talora la coesistenza – al governo tra popolari e socialdemocratici ha caratterizzato l'Austria dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Oggi, formule e messaggi appaiono logori:  Hofer, Van der Bellen e Griss, che insieme fanno i tre quarti dei suffragi espressi, sono espressione di matrici culturali e ideologiche diverse da quelle cristiana e socialista.

Della tentazione del governo a cavalcare l’onda di destra, sono pure segno gli scontri tra dimostranti e polizia austriaca al valico di frontiera di Passo del Brennero durante la manifestazione indetta ieri dai centri sociali contro il ripristino dei controlli da parte dell'Austria. I manifestanti hanno iniziato la marcia dalla stazione ferroviaria in territorio italiano, hanno imboccato la statale verso il confine e hanno varcato la frontiera, sfilando con un salvagente e un canotto arancione –simboli dei drammi in mare- ed esibendo i passaporti color vinaccia. Una volta passata la frontiera, la polizia ha voluto respingere il corteo e ha fermato uno degli organizzatori della manifestazione, un attivista italiano.

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