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sabato 25 gennaio 2014

Italia/Ue, conti ed Expo, giorni di fuoco a Bruxelles

Scritto per EurActiv il 25/01/2014

Quella che incomincia lunedì 27 gennaio è la prima ‘settimana cruciale’ del 2014 per l’Italia nell’Ue: la prima di molte, in quest’anno segnato dalle elezioni europee, dal semestre di presidenza di turno italiana del Consiglio dell’Ue e dal solito contrappunto sulle questioni economiche tra Roma e Bruxelles.

La delicatezza della prossima settimana un po’ è nelle cose, cioè nell'agenda, e un po’ ce la siamo cercata, cioè creata, noi. Lunedì 27, nel pomeriggio, ci sarà la prima riunione quest’anno dell’Eurogruppo, il club dei ministri dell’Economia dei 18 Paesi della zona euro; e martedì 28, ci sarà la prima riunione dell’Ecofin, il Consiglio dei Ministri dell’Economia dei 28. A entrambi gli appuntamenti, l’Italia sarà rappresentata dal ministro Fabrizio Saccomanni.

Mercoledì, sarà a Bruxelles il premier Enrico Letta, che vuole presentare alla Commissione europea il programma del suo governo (almeno, quel che sarà in grado di presentare, tenuto conto dell’effetto spiazzante che sul governo hanno le iniziative del segretario del Pd Matteo Renzi). Dopo, Letta interverrà alla presentazione dell’Expo 2015 di Milano, al Parlamento europeo.

Eccezionale, per gli standard europei, il parterre: discorsi introduttivi di Letta e del vice-presidente del Parlamento europeo Gianni Pittella e dei presidenti della Commissione e del Consiglio europei Manuel Barroso e Herman Van Rompuy; presentazione dell’Expo del commissario governativo Giuseppe Sala e della presidente del Board dell’Expo Dina Bracco; e ancora interventi, fra gli altri, del sindaco di Milano Giuliano Pisapia, del governatore della Lombardia Roberto Maroni, del vice-presidente della Commissione Antonio Tajani, della vice-presidente del Parlamento Roberta Angelilli e del presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Paolo De Castro.

Agli appuntamenti bruxellesi, l’Italia si presenta dopo giorni scanditi da dati economici che hanno regolarmente scandito la differenza d’andamento tra Ue e la zona euro nel loro insieme e l’Italia. Qualche esempio: l’Fmi ha alzato le stime di crescita nel Mondo per il 2014 a 3,7%, ma ha limato quelle dell’Italia a 0,6%, sostenendo che il Paese non è ancora fuori dai guai e deve fare le riforme (e Confindustria calcola un crollo della ricchezza del Paese del 9,1% dall'inizio della crisi, quasi 3.500 euro per abitante); per l’Ocse, l’occupazione nella zona euro migliora dello 0,1%, ma in Italia, dove il 12% dei lavoratori non ce la fa con il proprio stipendio, continua a calare; il debito italiano è il 2° più alto nell’Ue in percentuale del Pil (92,7% nella zona euro, 132,9% in Italia, in calo, però, per la prima volta dal 2007, nel 3° trimestre).

Teatro come sempre di molte chiacchiere che hanno grande eco, nonostante lo scarso o nullo impatto operativo, è stato il Forum di Davos, salotto preferito della finanza internazionale.

Di zona euro e di Italia, hanno parlato, in particolare, il presidente della Banca centrale europea Mario Draghi, che ha ridimensionato i rischi di deflazione e ha previsto che i tassi resteranno bassi a lungo, e il commissario europeo agli Affari economici Olli Rehn, che ha incitato l’Italia a sfruttare la stabilità per fare le riforme, specie quella del lavoro, lamentando il potenziale di crescita non sfruttato.

1 commento:

  1. Un piacere leggere quando la chiarezza è padrona ed abbondano le notizie e non i commenti pedissequi.

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