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mercoledì 29 gennaio 2014

Ucraina: la piazza ottiene risultati, la diplomazia combina poco

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 29/01/2014

Per un giorno, il dramma ucraino si recita in parallelo su due scene diverse e lontane l’una dall’altra. A Kiev, il Parlamento prende il sopravvento sulla piazza e abroga le leggi repressive; e il governo si dimette. A Bruxelles, i leader europei incontrano il presidente russo Vladimir Putin: il primo ‘faccia a faccia’ dopo il fallimento, a fine novembre, del progetto d’associazione tra Ue e Ucraina, osteggiato da Mosca.

La decisione di Kiev di allontanarsi dall’Ue e avvicinarsi alla Russia, percepita come un tradimento da buona parte dell’opinione pubblica, aveva innescato le proteste e le manifestazioni che stanno ora cambiando la realtà del Paese. Ma la partita in Ucraina non si gioca solo tra ‘europeisti’ e ‘filo-russi’: in campo, ci sono forti pulsioni nazionaliste, oltre che discriminanti politiche ed economiche.  

Il presidente ucraino Viktor Ianucovich avalla le dimissioni del premier Mykola Azarov. Il governo resta in carica per gli affari correnti, sotto la guida provvisoria del vice-premier Serhiy Arbuzov. S’attende un avvicendamento alla guida del Paese. Lunedì, Arseni Iatséniuk, capofila del partito dell’ex premier incarcerato Yulia Timoshenko, aveva declinato l’offerta di diventare premier fattagli da Ianucovich

Azarov se ne va –spiega- per favorire “le condizioni d’un compromesso politico e d’una soluzione pacifica del conflitto”. Uno dei leader dell’opposizione, l’ex campione del mondo dei massimi Vitali Klitschko, commenta: “Non è la vittoria, ma è un passo verso la vittoria”. Ma la mossa rischia di allentare la tensione, mentre Klitschko vuole mantenere la pressione, “spezzare il sistema”.

Il Parlamento, riunito in sessione straordinaria, abroga le leggi del 16 gennaio, che reprimevano ogni forma di protesta e di manifestazione. Quelle leggi, denunciate in Occidente, avevano innescato la radicalizzazione e l’esacerbazione della protesta e della contestazione.

Le leggi cancellate prevedevano pene detentive fino a cinque anni per chi bloccasse edifici pubblici e sanzioni per i manifestanti mascherati o che portano caschi. E punivano pure con lavori d’interesse pubblico gli autori di diffamazione su internet.

L’abrogazione è stata votata quasi all’unanimità. Il corollario del voto doveva essere una sorta d’amnistia dei manifestati arrestati negli ultimi giorni, quando le violenze hanno fatto vittime, almeno tre. Il dibattito è stato però aggiornato a oggi.

Il vertice a Bruxelles tra Ue e Russia è segnato da scambi d’accuse d’ingerenza nella crisi ucraina. Putin, con il ministro degli esteri Serguiei Lavrov, si dice “preoccupato” per l’impatto economico dell’intesa euro-ucraina e bolla come inaccettabili gli eccessi di nazionalismo ucraino. Il presidente del Consiglio Ue Herman Van Rompuy insiste che l’intesa non danneggerebbe la Russia. A chi gli contesta il sostegno a Ianucovich, Putin risponde: il prestito da 15 miliardi di dollari e la riduzione del prezzo del gas vanno "a favore del popolo ucraino, non di un particolare governo". E gli aiuti economici ed energetici resteranno, anche con un nuovo governo.

Anche gli Stati Uniti hanno fatto sentire la loro voce. Il vice-presidente Usa Joe Biden ha telefonato al presidente Ianukovich, avvertendolo che decisioni autoritarie aggraverebbero la situazione.

Le novità politiche e legislative, più che le notizie da Bruxelles, hanno un po’ calmato la situazione a Kiev. Ma in città le barricate restano e, in provincia, molti edifici pubblici sono occupati.

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