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venerdì 17 gennaio 2014

Italia/Ue: Mogherini, cedere sovranità per recuperarne

Scritto per EurActiv il 17/01/2014

La cessione di sovranità economica all'Unione europea è, in realtà, un recupero di sovranità, rispetto alla perdita di sovranità cui la dimensione nazionale condannerebbe i singoli Stati Ue nell'era della globalizzazione.

Il concetto viene espresso con chiarezza dell’onorevole Federica Mogherini, responsabile dell’Europa e della politica estera nella segreteria del Pd di Matteo Renzi.

Secondo la Mogherini, presidente della delegazione parlamentare italiana all'Assemblea atlantica, proprio la crisi ha dato piena consapevolezza all'opinione pubblica che le scelte fatte a Bruxelles contano. Il fatto che molte scelte siano state sbagliate, oltre che impopolari, ha però peggiorato percezioni e giudizi sull'integrazione europea.

Con alti funzionari pubblici italiani ed europei e giornalisti, l’onorevole Mogherini è intervenuta, allo Spazio Europa, a Roma, all'evento conclusivo della seconda edizione dell’iniziativa ‘Seminari di giornalismo europeo’, organizzata da TIA Associazione e frequentato da decine di giovani aspiranti giornalisti.

Per l’Italia, il 2014 è un anno “terribilmente europeo”, con le elezioni a maggio e poi, dal 1o luglio,  il semestre di presidenza di turno del Consiglio dei Ministri dell’Ue, un semestre “strano”, perché tutte le Istituzioni dell’Ue vivranno una fase di rinnovamento, ma “fondamentale”.

La Mogherini ha osservato che, vista dall'esterno, la storia dell’Unione resta una ‘success story’, d’integrazione, di pace, di sviluppo, e non ha affatto l’immagine negativa che, all'interno, la crisi e, soprattutto, le politiche adottate per superarla le hanno dato.

Per uscire dalle secche dell’euro-scetticismo, bisogna “disgiungere il contenuto dal contenitore” e “mettere a fuoco che esiste uno spazio europeo, al cui interno si possono fare scelte politiche o buone o cattive”.

In quest’ottica, le elezioni del Parlamento europeo sono un’occasione per “recuperare sovranità”, cioè per indirizzare le scelte che saranno fatte, e per “smetterla di fare scaricabarile”: “L’Ue non è ‘o si o no’, non è ‘o prendere o lasciare’, non è ‘o visione o frontiera’; non è una costruzione ideale, ma non è neppure la sentina di tutti i mali”.

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