P R O S S I M A M E N T E

Buone Feste - Sereno Natale - Un 2017 Migliore - Buone Feste - Sereno Natale - Un 2017 Migliore - Buone Feste - Sereno Natale - Un 2017 Migliore

venerdì 5 dicembre 2014

Russia: Putin (quasi) solo contro tutti, voce grossa, ma nessuna rottura

Scritto per Il Fatto Quotidiano dello 05/12/2014

Politicamente isolato sulla scena internazionale dalla crisi ucraina, economicamente accerchiato dalle sanzioni occidentali e dal calo dei prezzi dell’energia, Vladimir Putin non batte in ritirata e anzi riparte all'attacco: la Crimea è russa e sacra; non vogliamo una corsa al riarmo, ma siamo pronti a difenderci; e la banca centrale russa usi il pugno di ferro contro gli speculatori del rublo, che lo spingono al ribasso sul dollaro e l’euro.

Il presidente russo parla al Cremlino al gotha della Nazione, parlamentari, ministri, leader religiosi: per un’ora, accusa l’Occidente, che vuole mettere le pastoie alla Russia e non aiuta l’Ucraina; e promette una serie di riforme per rilanciare un’economia sull'orlo della recessione. Nell' ‘arsenale’, c’è pure un’amnistia per coloro che riporteranno in patria i capitali, oltre a misure a sostegno del rublo e delle imprese.

Parole forti, persino troppo, che tradiscono la preoccupazione per la situazione: Putin tiene sempre il pallino in mano, ma il deterioramento della crescita e dell’inflazione non lo lasciano tranquillo. E a Mosca si riaccende l’allarme anti-terrorismo: il Califfato fa proseliti anche in Cecenia, dove, vent'anni dopo lo scoppio del conflitto, integralisti islamici uccidono 10 poliziotti –muoiono ammazzati pure 9 guerriglieri-.

In Ucraina, però, qualcosa si muove. Martedì prossimo, nell’Est del Paese, scatterà una vera tregua, tre mesi dopo il cessate il fuoco deciso a Minsk il 5 settembre e ripetutamente violato da entrambe le parti. Il presidente ucraino Petro Poroshenko e i separatisti filo-russi confermano: "Il 9 dicembre, smetteremo di sparare". E il 10 Kiev avvierà il ritiro delle armi pesanti dalle regioni di Donetsk e Lugansk, a patto che i separatisti stiano ai patti.

A Basilea, dove si riuniscono i rappresentanti dei 57 Paesi Osce, il ministro degli Esteri russo Lavrov e il segretario di Stato Usa Kerry si rivedono, senza risultati. Kerry risponde a Putin: “Non vogliamo che Mosca si isoli con le sue stesse mani"; e aggiunge che "quanti sostengono la sovranità e i diritti dell'Ucraina non cercano lo scontro". L'Osce, che già deve verificare il rispetto del cessate il fuoco di Minsk, dovrà pure controllare la tenuta della tregua.

I rapporti verbali con gli Stati Uniti e l’Unione europea restano su livelli da Guerra Fredda. Putin prova a farsi beffa delle sanzioni: sono –dice con ironia- “uno stimolo ad accelerare lo sviluppo” della Russia, una nazione “sana” che gli Occidentali, “cinici”, cercano di minare ogni volta che si mostra “troppo forte e indipendente”. E’ la retorica ricorrente della “fortezza assediata”..

Ma, evidentemente, il presidente russo patisce l’impatto delle misure finanziarie e commerciali. Ed afferra la mano che gli viene tesa: a Basilea, Lavrov conferma al ministro italiano Gentiloni che Putin sarà a Milano all’Expo 2015. La Russia non vuole interrompere la cooperazione con gli Usa e l’Ue, che, dal suo canto, tiene aperta la pratica SouthStream: “Si può ancora fare”, dice il presidente della Commissione di Bruxelles Juncker, E Washington nega di mirare al confronto con Mosca.

Nessun commento:

Posta un commento