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mercoledì 21 ottobre 2015

Canada/Svizzera: 'figlio di' è bello e vince

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 21/10/2015

‘Figlio del leader che fu’ è bello e vince. Non solo in Corea del Nord, dove i Kim sono dinastia già da tre generazioni; o nelle satrapie dell’ex Urss. Vale pure nelle più radicate democrazie occidentali. E, in Canada, Justin Trudeau smentisce la sensazione il ‘figlio di’ sia fenomeno di destra: nel solco del padre, il mitico Pierre Trudeau, che fu a del governo dal 1968 al ’79 e poi dal 1980 all’ ’84, Justin strappa il Paese al conservatore ‘bushiano’ Stephen Harper e riconduce la politica canadese nel suo alveo moderatamente progressista.

Il successo di Justin in Canada, più netto nei risultati che nelle previsioni, segue di un giorno quello in Svizzera di Magdalena Martullo-Blocher, la 'Marine Le Pen svizzera', per analogie politiche, ma anche perché entrambe ‘figlie di’. Le legislative di domenica in Svizzera hanno visto la vittoria della destra populista e anti immigrazione dell’ Svp/Udc: Magdalena, battendo i pronostici, è stata eletta per la prima volta nel Consiglio nazionale per il cantone dei Grigioni.

Canada, Svizzera, Francia. Ma il ‘figlio di’ va di moda anche negli Stati Uniti, dove due aspiranti alla nomination repubblicana sono ‘figli d’arte’: Jeb Bush, figlio del 41° presidente (e fratello del 43°, per fare buon peso) e Rand Paul, figlio di Ron, più volte in lizza per la Casa Bianca (senza mai spuntarla). Aria di famiglia tira anche fra i democratici: la favorita alla nomination Hillary Rodham Clinton, ex segretario di Stato, è la moglie di Bill Clinton, 42o presidente dal 1993 –quando battè Papà Bush- al 2001.

Il successo di Justin sana un’anomalia, perché era sorprendente che il Canada, un pezzo d'Europa trapiantato nel Nord America, che i cittadini statunitensi hanno usato come terra rifugio ai tempi della Guerra del Vietnam e cui guardano con diffidenza per certe sue inclinazioni 'socialiste', come, ad esempio, il sistema sanitario, con le sue stranezze, dal bilinguismo alle pulsioni indipendentiste, oggi molto attenuate, del Quebec, fosse governato così a lungo da un ‘neo-cons’ come Harper. Prima di lui, la storia dei primi ministri canadesi nel secondo dopoguerra è un'alternanza, molto anglo-sassone, tra liberal e conservatori sì, ma progressisti fin dal nome del loro partito.

Justin è nel solco del padre, che fu leader di spessore mondiale, più in sintonia con Jimmy Carter che con Ronald Reagan. Justin, 43 anni, ha pure una madre importante: Margareth Joan Sinclair, è donna di cultura e di mondo; e i Trudeau furono coppia da gossip 'ante litteram' (lei ebbe una storia con Ted Kennedy, prima di frequentare i Rolling Stones, pare anche Mick Jagger).

La vittoria dei liberali sui conservatori è netta: 184 seggi da 34, maggioranza assoluta dei 338 seggi, eleggendo deputati in tutte le 10 province e i tre territori; contro 99 seggi (da 154). Trudeau vuole ristabilire buoni rapporti con l'amministrazione Obama, ma vuole ritirare il Canada dalla missione di combattimento contro il sedicente Stato islamico, concentrando l'azione internazionale su temi genuinamente canadesi come aiuti umanitari e cambiamento climatico.

Diverso spessore hanno in Svizzera Magdalena e suo padre Christophe Blocher, fondatore e leader dell'Svp/Udc. Come in Francia Marine è figlia del fondatore e leader del Fn, Jean.Marie Le Pen. Se le analogie politiche vanno oltre -entrambi i movimenti sono anti-immigrazione-, quelle personali si fermano lì: Marine ebbe una vocazione politica precoce, mentre Magdalena l’ha scoperta a 46 anni, dopo tre figli e una carriera da manager e imprenditrice; e Marine catalizza più attenzioni del padre, mentre Magdalena non ne ha il carisma. Nazionalista, populista, ultra-conservatore nel sociale e liberale in economia, l'Svp/Udc giudica "di sinistra" il programma del Fn perché "favorevole all'influenza dello Stato in economia".

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