Scritto per il mio blog GpNewsUsa2016.eu lo 02/11/2014
Alla vigilia delle elezioni di Mid-term, per il rinnovo della Camera -
435 seggi, 233 repubblicani, 199 democratici, tre vacanti – e di un terzo
del Senato – 100 seggi, 53 democratici, 45 repubblicani, due indipendenti
-, i conservatori restano favoriti, ma il loro margine di vantaggio sui
democratici si sta assottigliando. Per un sondaggio Wall Street Journal / Nbc,
repubblicani e democratici sono divisi da un solo punto, a livello nazionale.
A volere un Congresso controllato dai repubblicani sarebbe il 46% degli
elettori, mentre il 45% lo vorrebbe in mano ai democratici. Un punto di
distacco anche negli Stati in bilico, quelli che decidono la corsa, dove i
repubblicani guidano con il 47% delle intenzioni di voto contro il 46% dei
democratici. Distacchi tutti inferiori ai margini di errore dei
rilevamenti.
Mid-term: Obama corteggia il suffragio femminile
Il presidente Barack Obama corteggia il voto femminile, che gli era
sempre stato acquisito, ma che si sarebbe allontanato dai democratici in
vista delle elezioni di Mid-term. Il presidente, nel discorso del sabato,
un appuntamento tradizionale con i cittadini americani, ha promesso
politiche a sostegno del lavoro, e del reddito, femminile: basta alla
disuguaglianza retributiva uomini / donne, parità di trattamento a parità
di mansioni, perché “le donne non sono lavoratori di Serie B”. Per quanto
possa apparire smaccatamente opportunista, il messaggio di Obama avrebbe
fatto qualche breccia, contribuendo al sussulto dei democratici nei
sondaggi. Anche l’aumento della fiducia dei consumatori, salita ben oltre
le attese degli analisti, gioca a favore dell’Amministrazione democratica.
Mid-term: senatori a rischio perché ‘traditi’ dai loro finanziatori
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"E' la gara elettorale più aperta da dieci anni a
questa parte", scriveva nei giorni scorsi, un po’ contro corrente, il blog
Politico.com a proposito del voto di Mid-term. E forse ci azzeccava, volendo
dare credito agli ultimi sondaggi. A conti fatti, la differenza potrebbe farla
proprio il flusso di denaro versato, nelle ultime settimane, dalla finanza e
dall’industria ai candidati conservatori. Rischiano il posto per questo
senatori come Mark Begich, in Alaska; o Kay Hagan in North Carolina (il Pac di American Airlines l'ha tradita per il
candidato repubblicano Thom Tillis); o ancora Mark Udall in Colorado e Mary
Landrieu in Louisiana, abbandonata dalle aziende dell’energia che ora le
preferiscono il repubblicano Bill Cassidy.
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