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mercoledì 5 novembre 2014

Usa: Mid-term; Obama ha perso, W Obama

Scritto per il blog de Il Fatto Quotidiano lo 05/11/2014

Obama ha perso. W Obama. Ché, a dargli addosso adesso, sono buoni tutti. I repubblicani, che non lo hanno mai potuto vedere. E i democratici, che ne prendono le distanze, temendolo una zavorra, verso Usa 2016, le prossime presidenziali, la cui campagna infinita è cominciata proprio quando l’ultimo voto del Mid-term è stato contato, in qualche seggio dell’Alaska o delle Hawaii. Persino noi europei , che questo presidente abbiamo invocato, negli anni bui della presidenza Bush, e abbiamo sempre sostenuto, gli voltiamo le spalle: non ci cava le castagne dal fuoco tra Iraq e Siria, e neppure tra Russia e Ucraina –anzi, lì butta benzina sul fuoco-; e la crisi economica, negli Usa l’hanno superata, nell’Ue ci siamo ancora dentro.

Certo, Obama è meglio come candidato che come presidente. Ed era facile prevedere –in tanti, l’abbiamo fatto- che gli americani si sarebbero prima o poi stancati d’un ‘comandante in capo’ che tentenna più di quanto decida e che inclina al dialogo non sapendo dare ‘diktat’.  Adesso che l’hanno elettoralmente ‘punito’, palla al centro e pensiamo, anzi pensino, al prossimo presidente.

La vittoria dei repubblicani nelle elezioni di Mid-term era annunciata, ma è stata persino più larga del previsto. I conservatori controllavano già la Camera, conquistano la maggioranza del Senato e controllano ora tutto il Congresso. Anche se la geografia dei risultati dà risultati contraddittori: l’America vota più conservatore che progressista, ma, anche negli Stati più rossi, cioè più repubblicani, passano referendum per la marijuana libera, l’aborto, le unioni omosessuali. Come se politica e società si siano, in parte, dissociate.

Per il presidente Barack Obama e la sua Amministrazione democratica, si profila una conclusione del doppio mandato complicata. Obama vivrà il periodo più difficile alla Casa Bianca: due anni, come si dice negli Usa, da ‘anatra zoppa’, un incubo che nella storia americana prima di lui hanno già sperimentato solo Dwight Eisenhower, Ronald Reagan, Bill Clinton e George W. Bush –però tre degli ultimi quattro presidenti: forse un segno della volatilità crescente dell’elettorato statunitense-.

Diverse le reazioni ai risultati elettorali. Obama, che s’aspettava la batosta, incontra venerdì i leader del Congresso, per fare un punto con loro. Fra i repubblicani, c’è chi tende la mano all'Amministrazione democratica per una collaborazione legislativa: i conservatori devono sottrarsi alla trappola del partito che boccia tutto e paralizza l’Unione. Ma c’è anche chi, come Ted Cruz, possibile aspirante alla nomination 2016, esprime propositi bellicosi: “Cancelleremo l’obbrobrio della riforma sanitaria”.

Per le prossime presidenziali, quando Obama non sarà più candidato, democratici e repubblicani dovranno produrre nuovi campioni: si va verso un’alternanza di colore –sicuro- e di genere –forse-, non necessariamente di partito. Davanti a un’opinione pubblica tentata dall’anti-politica, i due maggiori partiti dovranno anche smarcarsi dalle spese sostenute per la campagna di Mid-term costata la cifra record di 4 miliardi di dollari, 50 dollari per ogni cittadino andato alle urne ... di qui in avanti, vedi posti precedenti ...

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