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sabato 26 ottobre 2013

Datagate: Vertice; Ue a Usa, se ci spiate a rischio anti-terrorismo

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 26/10/2013

I leader dell'Ue ammoniscono Barack Obama: "La mancanza di fiducia fra alleati può pregiudicare la lotta al terrorismo"; e Francia e Germania chiedono a Washington colloqui per trovare un'intesa su un “codice di buona condotta”, una sorta di ‘galateo dello spionaggio’. Insomma, lo strafare dell’Nsa, che intercettava 35 leader amici, potrebbe sortire l’effetto contrario a quello desiderato, cioè rendere l’America meno sicura.

Ma è un’ipotesi in realtà remota: allo spionaggio, nessuno vuole rinunciare. Parigi e Berlino, pur vocalmente irritate, chiedono solo di regolamentarne le pratiche, non certo di metterlo al bando. E, al Vertice di Bruxelles, David Cameron fa il pesce in barile: Londra, infatti, partecipa al programma d’intercettazioni globali americano.

La richiesta di chiarimenti non s’accompagna neppure, come aveva auspicato il Parlamento europeo, alla sospensione dei programmi di scambio di dati Usa-Ue e - ancor meno - al blocco dei negoziati verso un’area franca commerciale transatlantica. A margine delle trattative, Ue e Usa hanno creato un gruppo per discutere il problema. Il presidente francese François Hollande punta a definirvi entro dicembre il ‘codice di condotta’ comune.

Le intercettazioni americane di migliaia di cittadini europei e del resto del mondo si sta rivelando – è stato detto - un vaso di Pandora di grane per l’Amministrazione statunitense. Washington si sforza di tranquillizzare amici e alleati, con risultati finora modesti. Ricevendo il presidente del Senato Pietro Grasso, il vice di Obama Joe Biden gli ha detto che “la legge italiana sulle intercettazioni non risulta violata"; e gli ha confermato la revisione in atto dei metodi di raccolta dei dati per trovare l’equilibrio tra sicurezza e privacy.

Quasi in contemporanea, a Bruxelles, il premier Letta, che ancora non sa se il suo cellulare è stato spiato, esagera la portata della posizione europea, che definisce “forte e unitaria”. Letta invoca l’esigenza di “fare chiarezza” a tutti i livelli nell'Ue e con gli Usa e di “mettere ordine" in materia d’intercettazioni telefoniche.

Chiarezza e ordine cui non contribuiscono, per il premier, le rivelazioni a ondate del duo Snowden ‘la talpa’ e Assange ‘il regista’: ieri, anche il premier spagnolo Mariano Rajoy è entrato nel ‘club degli spiati’. Rajoy dice di non averne le prove, ma intanto fa convocare per lunedì l’ambasciatore degli Usa per chiedergliene conto. Angela Merkel annuncia che continuerà a parlare al telefonino e Letta, vedendola corrucciata, la invita a sorridere.

Invece di chiudersi in difesa, Cameron va all'attacco: lancia una raffica di proposte ultra-liberiste, frena sul mercato unico digitale (che slitta dal 2014 al 2015), e cioè sulle norme per la protezione dei dati, e ricorda gli attentati sventati "perché abbiamo condiviso informazioni". Lo spionaggio – dice- "è l'unico modo per salvare la gente dal terrorismo".

La rivelazione di giornata è che gli Stati Uniti starebbero mettendo in guardia vari servizi segreti perché alcuni documenti in mano a Snowden proverebbero che essi hanno agito in combutta con l’intelligence americana. E in qualche caso i servizi avrebbero operato senza il consenso dei governi. Fra gli elementi più imbarazzanti, un programma di spionaggio a più voci ai danni della Russia – toh!, che sorpresa-.

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