P R O S S I M A M E N T E

Buone Feste - Sereno Natale - Un 2017 Migliore - Buone Feste - Sereno Natale - Un 2017 Migliore - Buone Feste - Sereno Natale - Un 2017 Migliore

sabato 12 ottobre 2013

Nobel Pace: il Nobel dell'Opportunismo trascura Malala e premia l'Opac

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 12/10/2013

E’ il Nobel dell’Opportunismo. Accolto dall’Ipocrisia di reazioni senza recriminazioni. Nessuno discute il lavoro dell'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche, l’Opac, cui è stato assegnato il premio. Ma il comitato norvegese che attribuisce il riconoscimento ha fatto una scelta politica e un po’ ruffiana verso i Grandi del Mondo, senza tenere conto del sentire della gente e neppure dell’impatto mediatico.

Non è la prima volta che accade, certo. E temo che non sarà l’ultima. Ma questa volta non deludere le attese, e magari le speranze, di mezzo e più Mondo era facile: Malala, la sedicenne pachistana divenuta il simbolo della lotta per il diritto all’istruzione, contro ogni pregiudizio e ogni stupidità, era sulla bocca di tutti. La forza della candidatura della ragazzina era ancora cresciuta dopo che aveva preso la parola alle Nazioni Unite, il 12 luglio: un messaggio contro la discriminazione, culturale, religiosa, di genere.

Perché non Malala, dunque? Una risposta che stia in piedi non c’è: paura di spiacere ai talebani, che la ferirono alla testa l’anno scorso in un agguato all’uscita da scuola?, o desiderio di ‘smarcarsi’ dal Parlamento europeo, che, la vigilia dell’assegnazione del Nobel, ha insignito l’indomita pachistana del Premio Sakharov per i diritti umani, in passato andato, fra gli altri, a Nelson Mandela e a Aung San Suu Kyi? Forse, Malala è troppo giovane: glielo daranno, il Nobel, magari fra 50 anni, se ci arriva, con l’odio che l’estremismo integralista nutre per lei, e se qualcuno se ne ricorderà.

L'Opac, che monitora dal 1997 il rispetto del Trattato per mettere al bando gli armamenti chimici, non è la prima organizzazione a ricevere il premio Nobel. Dal 1901 a oggi, il riconoscimento è andato a una ventina di sigle: per tre volte, al Comitato internazionale della Croce Rossa, due volte all'Alto Commissariato dell’Onu per i rifugiati. Lo scorso anno, ne venne insignita a sorpresa (e non senza perplessità) l'Unione europea. Nel XXI Secolo, quasi la metà dei Nobel per la Pace è toccata ad organizzazioni, non a individui.

Una sigla, in genere, non dispiace a nessuno. Ma pure le scelte individuali possono peccare d’opportunismo: quello del 2009 al presidente americano Barack Obama gli venne dato prima che potesse fare alcunché per meritarselo –e, in fondo, stiamo ancora aspettando che lo faccia-; e quello a Mohamed el Baradei, allora segretario generale dell’Agenzia dell’Onu per l’energia atomica, parve un riconoscimento a un arabo che piaceva all’Occidente –troppo, visto che, tornato in Egitto, non è riuscito a recitare un ruolo politico nel suo Paese, ma solo sulla stampa occidentale-. E già nell’immediato dopoguerra, non potendosi proprio dare il Nobel della Pace a Winston Churchill che aveva vinto la guerra (per quanto giusta potesse essere quella contro il nazismo), senza magari darlo pure a Stalin – Roosevelt era morto -, si premiò lo statista inglese col Nobel per la Letteratura.

Nessuno nega i meriti dell’Opac. Ma se non ci fosse stata il mese scorso la capriola diplomatica dell’accordo per smantellare l’arsenale chimico siriano, impedendo, così, al Nobel per la Pace Obama di lanciare una ‘guerra punitiva’, di quella sigla nessuno si sarebbe ricordato. Anche perché, a ben guardare, i gas siriani saranno pure resi progressivamente inoffensivi, ma il conflitto laggiù continua a essere un bagno di sangue quotidiano.

La motivazione del premio recita: "Grazie al lavoro dell'Opac l'uso delle armi chimiche è un tabù”, o almeno lo diventerà. Forse. Il Nobel vuole essere “un messaggio ai Paesi che non hanno ratificato il Trattato di messa al bando delle armi chimiche" e un invito a firmarlo per chi ne è fuori. Il premio sarà consegnato a Oslo il 10 dicembre, nell'anniversario della morte di Alfred Nobel: una medaglia, un diploma e un assegno da circa 910.00 euro.

Nessun commento:

Posta un commento