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venerdì 4 ottobre 2013

Lampedusa: lacrime di coccodrillo dell'Europa senza solidarietà

Scritto per Il Fatto Quotidiano dello 04/10/2013
E’ “una tragedia vera”, l’ennesima “tragedia vera” di un’Europa che antepone gli egoismi nazionali alla solidarietà comunitaria. L’Europa si commuove, forse davvero: la commissaria Malmstroem è pronta a recarsi a Lampedusa; il commissario Hahn vuole stanziare aiuti per l’Italia; il presidente del Parlamento europeo Schulz dichiara che l’immigrazione “è un problema europeo” e invita l’Ue a “non lasciare sola l’Italia”. Martedì, se ne parlerà a Lussemburgo, al Consiglio dei Ministri dell’Interno dei 28.
Dietro il coro dell’emozione, c’è, però, la maschera dell’ipocrisia: molti di quelli che ora chiedono una politica dell’immigrazione europea, e reclamano più fondi per Frontex, l’organismo che assiste gli Stati di fronte alle emergenze, sono gli stessi che frenano le decisioni su una politica comune, o che lesinano i finanziamenti quando si discute il bilancio dell’Ue.
Gianni Pittella, vice di Schulz, riconosce: ''Siamo stanchi di piangere le vittime del mare e fare accorati quanto inutili appelli per la soluzione della tratta di esseri umani”. E sollecita il premier Letta: ''Vada a Bruxelles e riporti l'Unione europea alla sua originale vocazione, l'Europa politica", per ''risolvere e contrastare un problema prima di tutto politico che diventa, per ignavia e indifferenza, tragedia umanitaria".
E la notizia del dramma arriva poche ore dopo che la commissione Immigrazione del Consiglio d'Europa ha definito "sbagliate o controproducenti" le misure prese negli ultimi anni dall'Italia rispetto ai flussi migratori. In un documento, si legge che l'Italia è impreparata ad affrontare nuove ondate migratorie e mostra un sistema di accoglienza e gestione di migranti e richiedenti asilo non efficace.
L'Italia, si legge ancora nella raccomandazione, dovrebbe sviluppare una politica migratoria coerente per individuare, identificare, informare e registrare i migranti irregolari, i richiedenti asilo e i rifugiati che arrivano sulle sue coste. Non è la prima volta che l’ente pan-europeo, che non va confuso con l’Ue (ne fanno parte 47 Paesi) e che ha sede a Strasburgo, richiama l’Italia, senza contare le condanne inflitte dalla sua Corte dei diritti dell’uomo.
Nelle sue conclusioni, il documento del Consiglio d’Europa invita gli altri paesi membri a mostrare solidarietà all'Italia e agli altri stati europei che affacciano sul Mediterraneo: parole e basta. Ma l’Ue ha il potere di fare di più, al di là del cordoglio espresso dal presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy.
Da New York, dall'assemblea dell'Onu, la commissaria agli Affari Interni Cecilia Malmstroem, svedese, si dice "sconvolta” dal naufragio del barcone al largo dell'Isola dei Conigli. ''Dobbiamo raddoppiare gli sforzi per combattere i trafficanti", osserva la commissaria, che ammette: ''Ci vuole uno sforzo a livello europeo, nessun paese può affrontare da solo questo problema''. Lei, proposte ne fece, durante la grande crisi delle Primavere arabe, nel 2011, quando visitò già Lampedusa e si confrontò con il grottesco opportunismo di Berlusconi e Maroni.

Nella visione progressista della commissaria svedese, ci vogliono “un impegno a livello europeo, l'attuazione di nuove politiche e strumenti adeguati". Quando avranno finito di versare lacrime rituali, i governi dei 28 se ne saranno già dimenticati.

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