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venerdì 4 ottobre 2013

Trattato Spinelli: Napolitano l'arco europeo dopo l'arco costituzionale

Scritto per Il Fatto Quotidiano dello 04/10/2013, non pubblicato

C’era una volta, nella Prima Repubblica, l’ ‘arco costituzionale’: chi ne era fuori, neo-fascisti ed estremisti di sinistra, non era ben visto nelle Istituzioni democratiche. V’ha da essere ora l’ ‘arco europeo’ composto da quelle forze che, magari criticamente, si riconoscono nel progetto di costruzione dell’Unione: fuori, quanti, euro-scettici o peggio, invocano l’uscita dall’euro e predicano l’abbondono dei percorsi dell’integrazione.

L’idea della nuova discriminante balena a Giorgio Napolitano che riceve al Quirinale nella Veranda  il comitato celebrativo del Progetto di Trattato europeo approvato dal Parlamento di Strasburgo il 14 febbraio 1984, sotto la spinta determinante di Altiero Spinelli.

Il presidente si prende una boccata d’aria europea, dopo giorni d’aria italiana pesante mefitica: ha l’aria un po’ stanca, appare pure dimagrito, ma sta al gioco dei consueti rituali dei vecchi europeisti e regala una battuta e un sorriso a tre giovani ‘under 35’ che gli sciorinano il loro sorprendente entusiasmo europeista.

Napolitano invita il comitato, voluto da Virgilio Dastoli e guidato da Giuliano Amato, a darsi l’obiettivo d’incoraggiare la partecipazione alle elezioni europee del maggio 2014 ed a valorizzare “le nuove motivazioni del progetto europeo”, perché c’è il rischio –avverte- che “il risultato ci spinga indietro invece di spingerci avanti” sulla via dell’integrazione.

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