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giovedì 16 ottobre 2014

Italia/Ue: Legge di Stabilità, Renzi chiede flessibilità per nuova fase 'sua' Italia

Scritto per EurActiv.it il 16/10/2014

Il premier Renzi s’aspetta che i nuovi vertici delle Istituzioni comunitarie interpretino la nuova fase della ‘sua’ Italia. Ma il primo esame della Legge di Stabilità approvata mercoledì sera dal Consiglio dei Ministri toccherà all’attuale Commissione europea, la Barroso 2, che ha tempo fino al 29 ottobre –in pratica, fine mese- per presentare le proprie osservazioni.
La mancanza, per ora, di reazioni ufficiali non ha alcun significato: i funzionari dell’Esecutivo aspettano di leggere e di documenti e non si basano sulle informazioni frammentarie finora disponibili. Ma se la Legge di Stabilità italiana risultasse in contrasto con le regole dell’Ue, sarebbe certamente rispedita al mittente per modifiche parziali o sostanziali. E la Commissione potrebbe persino minacciare l’apertura di una procedura d’infrazione.
Il primo giudizio spetta proprio a quel Jyrki Katainen, ex premier finlandese e attualmente commissario all'Economia e alla Finanza, con cui il governo italiano ha creduto opportuno litigare a più riprese negli ultimi mesi. Nella Commissione Juncker, Katainen sarà il vice-presidente di riferimento per tutte le questioni economiche e finanziarie.
L’attenzione delle autorità comunitarie si concentra su due aspetti: le coperture, aleatorie tra lotta all’evasione e spending review; e i saldi di finanza pubblica, che prevedono un disavanzo al 2,9% (dal 2,2% previsto nel 2015) e un rinvio del pareggio di bilancio al 2017. La valutazione europea s’intreccia con l’iter parlamentare, che rischia di peggiorare il provvedimento, almeno in ottica Ue.
Gli elementi che paiono certi sono una manovra da 36 miliardi, con meno tasse per 18 miliardi, l’allargamento del deficit, 15 miliardi dalla ‘spending review’, 3,8 dalla lotta all’evasione. Si conferma il bonus da 80 euro e ci sarebbero 800 milioni per le partite Iva, 500 per le famiglie, 100 per il tfr in busta paga (a partire da marzo e su base volontaria), un miliardo per le assunzioni nella scuola.

Il premier Renzi parla della riduzione delle tasse più grande nella storia italiana: “Rispettiamo 3% -dice all’Europa-, ma ci sono condizioni straordinarie”. Il ministro Padoan assicura che le coperture ci sono: “Non temiamo il giudizio dell’Ue, ma –avverte- è possibile che le Regioni alzino le tasse”. Per i sindacati, la manovra non risponde all’emergenza del Paese. Per gli imprenditori, invece, va nella direzione giusta.
Verso i documenti partiti da Roma verso la Dg Affari economici mercoledì sera, l’Italia chiede l’applicazione delle clausole di flessibilità previste in caso di congiuntura negativa. Ma a limare la disponibilità a negoziare comunitaria e ad acuire la diffidenza di fondo degli eurocrati, quando c’è di mezzo l’Italia, c’è il contesto economico, improvvisamente peggiorato, dopo il deterioramento della situazione in Grecia: giù le borse da giorni –bruciate centinaia di miliardi di euro, con i listini al minimo dal 2013- e su lo spread, risalito fino a 200 punti.

In Italia, l’Istat sforna raffiche di cattive notizie: il Pil non cresce dal 2011, il potere d’acquisto è sceso dell’1,4%, gli ultimi dati peggiorano la percezione di stagnazione con i conti del 2° trimestre rivisti al ribasso, -0,2% trimestralmente, -0,3% annuo. E anche la deflazione è peggiore del previsto: a settembre, prezzi giù dello 0,4% su base mensile e dello 0,2% su base annua (contro stime dello 0,3% e dello 0,1%).

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