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giovedì 5 agosto 2010

MO: Israele-Libano, calma dopo giorno di tempesta

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 05/08/2010

Il giorno dopo i tiri incrociati che hanno fatto scorrere di nuovo il sangue lungo il confine tra Israele e Libano, le parti in causa si scambiano segnali di distensione. Solo il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad soffia sul fuoco, accusando Israele di "aggressione", come fa pure la tv degli hezbollah 'foraggiata' da Teheran.

Ma l"Onu ed anche il governo di Beirut riconoscono che, martedì, le truppe israeliane non avevano sconfinato in Libano (anche se resta l'ipotesi che abbiano sparato per prime): l'albero per cui cinque persone sono morte era a sud del confine israeliano-libanese, la Linea Blu.

In serata, una riunione tripartita Israele-Libano-Unifil doveva stemperare la tensione e ripristinare un livello di fiducia accettabile fra le parti. Il ministro della difesa israeliano Ehud Barak assicurava di non "volere un'escalation". E Beirut e gli hezbollah si proclamavano pronti a reagire a "una nuova aggressione" israeliano, ma, intanto, rispettano gli inviti alla moderazione di Onu, Usa, Ue.

Tutto calmo, dunque? La fiammata di martedì non va trascurata, perche', a quattro anni dalla guerra che, nell'estate 2006, fece in 34 giorni 1200 vittime libanesi, in gran parte civili, e 160 israeliani, quasi tutti militari, ci sono stati da giugno in poi segnali di ripresa della tensione, fino ai razzi di lunedì contro Aqaba ed Eilath.

Molti i fattori che giocano, anche interni agli schieramenti. In Libano, si attendono le conclusioni dell'inchiesta sull'uccisione del premier Rafic Hariri, che potrebbe coinvolgere gli Hezbollah. Fra i palestinesi, resta il solco tra Abu Mazen e Hamas, che, a Gaza, e' contestata da integralisti oltranzisti. E Israele e' messo sotto pressione dai suoi amici americani ed europei perche' riavvii negoziati diretti, che, dal canto suo, la Lega araba subordina a precise condizioni.

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