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domenica 23 marzo 2014

Expo 2015: scandali, distrazioni e fuggi fuggi

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 23/03/2014

Le prime defezioni avevano già cominciato ad arrivare, ben prima che scoppiasse la grossa grana d’Infrastrutture Lombarde. In parte fisiologiche, innescate da situazioni di crisi o di guerra locali: l’Ucraina, la più recente, la Siria, il Mali, la Repubblica centrafricana, tutti Paesi un cui stand all’Expo 2015 avrebbe suscitato più perplessità che curiosità. Poi, c’erano quelle legate a problemi “di natura politica e socio-economica”, come dice il commissario unico Giuseppe Sala, sfoggiando un linguaggio più da diplomatico che da manager, il commissario unico. Parliamo della Turchia, che non ha gradito l’appoggio italiano a Dubai, e non a Smirne, per l’Esposizione Universale 2020, e dell’India, dove pesano polemiche e strascichi del caso dei due marò.

A compensare le defezioni, c’erano, però, nuove adesioni, annunciate o sperate: gli Stati Uniti - s’aspetta un annuncio dal presidente Obama, che sarà a Roma il 27 -, Norvegia, Lussemburgo, Portogallo, Sud Africa, Argentina. La conta finale poteva attestarsi intorno alle 130 adesioni: non proprio un’Olimpiade, ma certo non una débacle. E se alcuni Paesi, come l’Argentina, ci saranno, se ci saranno, in economia,  altri, come gli Emirati arabi uniti, la Cina, il Giappone, persino l’Estonia,  e anche la Russia –per ora: vedremo come evolve la crisi ucraina-, l’Austria, la Thailandia, il Cile fanno mostra di mezzi e di di creatività.

Adesso, però, c’è il rischio che la lista delle defezioni s’allunghi, perché molti Paesi sentiranno “puzza di corruzione” e di malaffare intorno all’Expo di Milano, anche se Sala cerca di tenere fuori la manifestazione dal ‘caso Infrastrutture’. E, poi, pesa l’incertezza politica.

Il Governo Letta –requiescat in pace- teneva molto all’accoppiata internazionale ‘semestre italiano alla presidenza del Consiglio Ue (1o luglio / 31 dicembre) ed Expo 2015’ e s’era persino inventato una staffetta tutta milanese: il capoluogo lombardo doveva così ospitare tutti gli eventi informali della presidenza italiana e, soprattutto, il Vertice Ue-Asem, in programma a ottobre e che l’Italia ha fortemente voluto a Milano e non, come previsto, a Bruxelles.

Quell’evento porterà nel capoluogo lombardo decine di delegazioni europee e, soprattutto, asiatiche, che di lì a sei mesi saranno protagoniste dell’Expo che l’Italia presenta come evento ‘europeo’, essendo l’unica a svolgersi nell’Ue nell’arco di un ventennio (Hannover 2000, Aichi in Giappone 2005, Shanghai 2010 e, dopo Milano, Dubai 2020).

Il Governo Renzi non mostra uguale entusiasmo, o forse adeguata consapevolezza, per i due eventi. I piani della presidenza potranno magari restare invariati, ma, al momento, nessuno ne ha certezza; e per l’Expo 2015 l’attenzione è stata finora modesta, a parte una missione milanese di 4 ministri a inizio marzo. E lo scandalo ora scoppiato crea incertezza e sbandamento. In Italia e pure fuori.

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