Scritto per EurActiv.it il 13/03/2012. Altra versione su LIndro.it
In una giornata d’euforia per le borse europee, la notizia che l’agenzia di rating Fitch rivede al rialzo il rating della Grecia corona una serie di segnali d’ottimismo per l’uscita dell’Europa dalla crisi. E fa da sfondo all’incontro tra il premier italiano Mario Monti e la cancelliera tedesca Angela Merkel, che, a Roma, vede pure il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. La Merkel e Monti smorzano, però, gli entusiasmi: “Abbiamo fatto un bel pezzo di strada, ma non siamo ancora in vetta”, avverte Angela; e “l’emergenza non è superata, i compiti non sono finiti”, rincara Mario.
La prima voce ottimista di questo 13 marzo europeo è quella di Mario Draghi, il presidente della Bce, che vede “chiari segni di stabilizzazione della situazione finanziaria”. Ora –aggiunge- tocca ai governi fare riforme strutturali che tengano insieme l’eurozona. E la Banca centrale europea non avverte rischi d’inflazione, nonostante le cifre appena pubblicate in Italia lascino pensare il contrario, con un’impennata del ‘carrello della spesa’.
In serata, poi, Fitch esprime il parere che la Grecia non corre più il rischio di fallire, dopo lo swap del debito concordato la scorsa settimana e l’aiuto concessole dai partner europei e dall’Fmi. La valutazione sale a B+, con prospettive stabili, anche se le elezioni politiche subito dopo la Pasqua ortodossa addensano nubi all’orizzonte.
La giornata di Monti è (quasi) tutta europea, divisa tra la riunione dell’Ecofin a Bruxelles, dove si discute, senza un’intesa, della tassa sulle transazioni finanziarie, la Tobin Tax, e dove il premier italiano riceve gli ormai consueti commenti positivi dei ministri delle finanze per i “progressi evidenti” fatti dall’Italia: bene l’asta dei bot, con rendimenti ancora in calo, e lo spread ancorato intorno a quota 300.
La Merkel arriva a Roma accompagnata e accolta dalle esortazioni dei federalisti ad accelerare il percorso verso la federazione europea, ma anche da proclami della destra ostili e bellicosi: la Giovane Italia paragona la sua visita “a una gita nella colonie” d’autarchica memoria, mentre La Destra di Francesco Storace vorrebbe “prenderla a pomodori”. Non succede nulla del genere, però: l’incontro con Monti a Palazzo Chigi avviene in un clima sereno e cordiale.
Nella conferenza stampa, Monti, per una volta, appare più preoccupato della politica –la riforma del lavoro che attraversa un mare in tempesta e l’incontro di giovedì con i leader della maggioranza- che dell’economia, anche se dice a chiare lettere che “non ci si può rilassare”: se il risanamento delle finanze dell’eurozona è fatto e, sostanzialmente, blindato con il Patto di Bilancio, ora c’è da pensare alla crescita. Per cooperare ad accelerarla, e a creare posti di lavoro, c’è “pieno accordo” tra Italia e Germania -assicurano i due leader-, in un contesto di relazioni bilaterali “di consolidata qualità” e di “dialogo aperto”.
La Merkel non si sottrae a pagare a Monti un tributo di complimenti, stavolta per “le riforme coraggiose”. Ma su alcuni punti le posizioni non sono concordanti, come ad esempio sulla Tobin Tax, dove c’è solo l’impegno a cercare “una posizione comune”. Di fronte agli incitamenti dei federalisti, Mario vuole “migliorare la casa comune europea” e Angela “rafforzare il coordinamento fra gli Stati”: parole generiche. E la cancelliera si sottrae alla trappola di una domanda sulla presidenza dell’Eurogruppo, dopo le voci, smentite, di una candidatura di Monti a rimpiazzare il premier lussemburghese Jean-Claude Juncker a fine mandato: “E presto” per parlane, dice, -aggiunge, “mi piace come lavorano Monti e Draghi” –come dire che l’abbinata italiana Eurogruppo/Bce non le dispiacerebbe-.
Nel colloquio a Palazzo Chigi, c’è pure uno spazio per questioni di politica internazionale: le preoccupazioni per l’Iran e lo sdegno per la Siria.
mercoledì 14 marzo 2012
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