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sabato 12 aprile 2014

Elezioni europee: -43, una ricetta semplice contro il panico euro-scettico

Scritto per EurActiv.it il 12/04/2014

I politici europeisti devono fornire ai cittadini scelte concrete ed affrontare i problemi reali: questa la ricetta, così semplice da apparire semplicistica, che un centro studi europeo, l’Ecfr, suggerisce per evitare il panico da ‘ondata euro-scettica’ in vista delle elezioni europee. Ma, evidentemente, metterla in pratica non è facile come dirla.

In uno studio dal titolo ‘The Eurosceptic surge and how to respond to it’, lo European Council on Foreign Relations paventa la trasformazione del dibattito politico in una mera, e per di più sterile, battaglia tra ‘più’ e ‘meno’ Europa.

Mark Leonard, direttore del Council, e José Ignacio Torreblanca, direttore del progetto di ricerca, sostengono che gli europeisti non devono ridurre il dibattito a un confronto pro e contro l’integrazione, ma devono piuttosto sottolineare l’importanza delle idee politiche, quale che ne sia la tendenza, per rispondere alle sfide dell’Ue e degli Stati membri: lavoro, immigrazione, crescita, ascesa della Cina.

Secondo Leonard e Torreblanca, c’è il rischio che i partiti europeisti che formano grandi colazioni transnazionali, come il Ppe o il Pse, siano etichettati come una élite che difende l’Ue piuttosto che gli europei. Al contrario, proprio i partiti europeisti dovrebbero sottolineare come i problemi europei tipo l’inadeguatezza dell’euro e il deficit democratico dell’Ue richiedono una risposta costruttiva a livello europeo, piuttosto che il ricorso al nazionalismo e alla xenofobia.

I sondaggi avallano i timori dello studio Ecfr. L’ultimo pubblicato dal Parlamento europeo e realizzato in collaborazione con 'Tns Opinion', raccogliendo i dati disponibili paese per paese e facendone per partito, conferma la risalita del Ppe sul Pse: i popolari, secondo questo computo, hanno oggi sei seggi di vantaggio sui socialisti 214 a 208. Rispetto a una settimana fa, i popolari crescono di due seggi, i socialisti restano stabili.

Invariati a quota 66 i seggi attribuiti agli 'Altri', categoria in cui vengono collocati i 'nuovi partiti' che non hanno rappresentanti nell'attuale Parlamento, come il M5S. Fra i gruppi tradizionali, i liberal-democratici –Alde- avrebbero 60 seggi (+2 rispetto a una settimana fa), la Sinistra unitaria –Gue- 51 (-2), i Verdi 44 (+1), i conservatori dell'Ecr 41 (+1).

Al gruppo Efd, attualmente composto principalmente dai britannici dell'Ukip e dalla Lega Nord andrebbero 29 deputati (-3). La Lega ha però annunciato che farà gruppo col Front National di Marine Le Pen, ora tra i 'Non iscritti', con altri partiti come gli xenofobi olandesi del Pvv, i sepratisti fiamminghi belgi del Vlaams Belang, gli ungheresi neonazisti di Jobbik, gli estremisti di destra del British National Party.

L'europarlamento attribuisce i seggi in base all'attuale composizione dei gruppi. Con questa logica i 'Non iscritti' avrebbero 38 eletti (-1). L'area dell'euro-scetticismo, sommando gli 'Altri', i 'non iscritti' e l’Efd, raccoglierebbe 133 seggi sul totale di 751 (-4). Aggiungendo i conservatori salirebbe a 174 e con la Gue arriverebbe a 225.

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