Scritto per il blog de Il Fatto Quotidiano
Campi Elisi, 14 Luglio – Nell’Anniversario della presa della Bastiglia, festa nazionale francese, sfilano sui Campi Elisi i soldati di 13 Paesi africani, ex colonie francesi che cinquant’anni or sono divennero indipendenti: plotoni di 30 uomini ciascuno, inseriti nella tradizionale parata militare dall’Arco di Trionfo alla Concordia. Sulla tribuna presidenziale, accanto al capo dello Stato francese Nicolas Sarkozy, i presidenti africani di Benin, Burkina Faso, Camerun, Ciad, Congo, Gabon, Madagascar, Malì, Mauritania, Niger, Repubblica Centrafricana, Senegal e Togo. Applausi, ma anche polemiche: quei soldati sono lì per ricordare e onorare –afferma Sarkozy- “le migliaia di soldati venuti dall’Africa morti per la Francia nelle due guerre mondiali”. Ma c’è chi storce il naso: le organizzazioni che si battono per la difesa dei diritti dell’uomo denunciano il rischio che tra gli ospiti vi siano “criminali di guerra”. L’Eliseo assicura di avere fatto diligenti controlli: nessuno dei militari che ha sfilato sui Campi Elisi è oggetto di procedimenti giudiziari … Ma si sa come vanno le cose in Africa, tra cambi di regime bruschi e giustizia non sempre determinata verso i potenti (mentre in Francia…). Il problema, però, mi sembra un altro: i francesi che guardano di traverso quei soldati africani non hanno mai contestato la presenza sui Campi Elisi della Legione Straniera –tradizionalmente, fra i reparti più applauditi- o delle insegne dei corpi protagonisti delle guerre dell’Era Coloniale, quando il rispetto dei diritti umani da parte delle truppe d’occupazione era molto aleatorio (e noi italiani non stiamo certo a fare la morale, tra Libia ed Etiopia)… Senza contare che, fattine salvi tutti i meriti storici, la Rivoluzione francese che derivò dalla presa della Bastiglia non fu proprio il trionfo del rispetto dei diritti dell’uomo, affermazioni di principio a parte… E, allora, non sarà mica che dei diritti dell’uomo ci ricordiamo solo quando non li rispettano gli altri?
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