Scritto per Il Fatto Quotidiano del 03/07/2010
Al bando in Inghilterra due manifesti del marchio di moda italiano Diesel: sono stati giudicati “indecenti” e colpevoli di “promuovere comportamenti anti-sociali”. In una delle immagine bocciate, una giovane donna monta in cima a una scala a pioli e si toglie il top per esporre il seno davanti a una telecamera di sicurezza. Nell’altra, una modella con un bikini di almeno una misura inferiore alle sue si scosta ammiccando il bottom per fotografarsi le parti intime, mentre un leone s’aggira inquietante sullo sfondo. Lo slogan, più imbarazzante ancora, recita: “Il furbo può avere cervello. Ma lo stupido ha le palle. Sii stupido”. Dopo la ‘sentenza’ dell’Asa, l’Authority britannica che valuta il rispetto degli standard da parte della pubblicità, i due manifesti non possono più essere mostrati: nel dare la notizia, il Daily Mail –da che pulpito la predica, pur giusta!- e la stampa inglese deprecano le campagne ‘shock’ di altri marchi di moda italiana (e citano Benetton). La ‘difesa’ della Diesel, secondo cui le immagini vogliono dare della femminilità “un feeling differente e più maschile”, non ha fatto breccia. L’Asa ‘condanna’ le immagini per i loro contenuti offensivi e per il rischio d’effetto copycat (marginale, per la tizia che si fotografa mentre un leone le ronza intorno; sostanziale, per la tizia che sulla scala sfida la telecamera di sicurezza).
sabato 3 luglio 2010
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