P R O S S I M A M E N T E

Buone Feste - Sereno Natale - Un 2017 Migliore - Buone Feste - Sereno Natale - Un 2017 Migliore - Buone Feste - Sereno Natale - Un 2017 Migliore

giovedì 13 agosto 2015

Usa 2016: lo scandalo delle mail mette Hillary alle strette

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 13/08/2015

Chissà se l’ 'Emailgate' andrà avanti fino alle primarie, l’inverno prossimo. E chissà se gli strascichi dello scandalo si faranno ancora sentire fra un anno, durante la campagna per le presidenziali Usa. Hillary Rodham Clinton, l’ex first lady protagonista della vicenda, spererebbe tanto che tutto finisca con la sua deposizione al Congresso, il 22 ottobre, e con l’inchiesta del Dipartimento della Giustizia in corso. I suoi rivali per la nomination democratica alla Casa Bianca vorrebbero che la vicenda l’azzoppi nella stagione delle primarie. I repubblicani, infine, avrebbero interesse a tirarla in lungo, per poterla poi impallinare a ridosso del voto.

Difficile, ora, prevedere l’impatto dell’errore di Hillary: l'uso non autorizzato d’un indirizzo privato di posta elettronica nel periodo 2009-2013, quando era alla guida della diplomazia statunitense. Si trattò senza dubbio di una leggerezza, ma la vicenda, per molti versi irrilevante ai fini pratici, e dalle forti tinte di speculazione elettorale, s’è aggrovigliata nelle ultime ore, dopo che l'ex segretario di Stato ha consegnato all'Fbi tutto il contenuto del server privato usato per le sue comunicazioni, ufficiali e private.

E’ infatti emerso che almeno due delle mail che il dipartimento di Stato ha già diffuso contenevano materiale esplicitamente classificato "top secret". Lo ha rivelato l'ispettore generale dell'Intelligence Charles McCullough II. Hillary ha sempre affermato che le mail scambiate sul suo server privato - e non su quelli governativi come deve fare ogni funzionario governativo a prescindere dal grado - non contenevano informazioni riservate.

Il clamore suscitato da tutta la storia è sproporzionato al potenziale vulnus alla sicurezza nazionale, se si considera che l’attuale segretario di Stato John Kerry, successore della Clinton, ha giudicato, in un’intervista televisiva, "molto probabile" che Cina e Russia leggano le sue mail. Lo spionaggio online, ha aggiunto Kerry, è "un tema molto forte nel dialogo tra Usa e Cina e a settembre, quando s’incontreranno, ne parleranno i presidenti Obama e Xi".

La Clinton comparirà il 22 ottobre davanti alla commissione d'inchiesta della Camera sull'attacco contro il consolato americano a Bengasi dell'11 settembre 2012, che costò la vita all'ambasciatore Usa in Libia, Chris Stevens, e ad altri tre cittadini statunitensi: l'udienza sarà pubblica. L'ex segretario di Stato, che era in carica al tempo dell’attacco, ha discusso a lungo con la commissione, presieduta da Trey Gowdy, repubblicano della North Carolina, le modalità della propria audizione.

E’ pure in corso un’inchiesta non penale del Dipartimento della Giustizia sulle mail contenenti materiale secretato. Se l’indagine scagionasse Hillary, lo ‘scandalo delle mail’ si sgonfierebbe.

Ma le perplessità per l’ ‘Emailgate’ si fanno già sentire. Lo scarto dell’ex first lady sui suoi attuali rivali s’è ridotto da 60 punti a poco più della metà, mentre la percezione dell’ex segretario di Stato fra i potenziali elettori democratici s’è rovesciata: prima dell’estate il 44% la apprezzava ed il 40% no; oggi, il 48% non la apprezza e solo il 37% sì. E si parla d’una candidatura alternativa forte: il vice-presidente Joe Biden, potrebbe essere la carta di riserva se la stella dell’ex first lady dovesse davvero declinare.

Nessun commento:

Posta un commento