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sabato 8 agosto 2015

Usa 2016: repubblicani; dibattito, Carly, è nata una stella

Scritto per Il Fatto Quotidiano dello 08/08/2015 

A Cleveland, è nata una stella, nel cielo repubblicano. Ma a sorpresa non è Donald Trump, che pure ha mediaticamente dominato il primo dibattito tv fra gli aspiranti alla nomination repubblicana per Usa 2016, ma è poi uscito ‘triturato’ dai sondaggi a caldo. La vincitrice della serata è stata, secondo molti analisti, Carly Fiorina, l’unica donna del folto gruppo -17 i candidati in lizza-. Peccato, però, per la manager, ex ceo della Hewlett-Packard, che pochi l’abbiano vista: Carly, infatti, era stata relegata in serie B, nel dibattito ‘all’ora dell’aperitivo’. Ma la prossima volta, c’è da scommetterci, sarà in serie A, in prima serata.

Alla Fiorina, Trump, che, con il suo background da imprenditore miliardario, oltre che da showman, le sottrae molti consensi, ha fatto un grosso regalo: s’è definitivamente inimicato il voto femminile, già diffidente nei suoi confronti. Mentre la Fiorina si qualifica come potenziale anti-Hillary Clinton (l’ex first lady è nettamente favorita per la nomination democratica).

Sugli schermi della FoxNews, emittente ‘all news’ conservatrice, Trump ha parlato quasi 12 minuti, contro gli 8 circa di Jeb Bush  e una media di 6 per gli altri protagonisti dell’affollato dibattito. E ha pure dato le uniche notizie e fornito i maggiori spunti mediatici. Battagliero e come al solito senza peli sulla lingua Trump ha sparigliato le carte avvertendo che potrebbe correre come indipendente, se non ottenesse l’investitura del partito: “Non me la sento – ha detto, unico a farlo - di impegnarmi ora a sostenere un altro candidato repubblicano”.

La prospettiva preoccupa il partito. Non perché Trump possa vincere, da indipendente. Ma piuttosto perché la sua presenza sulla scheda dividerebbe in campo conservatore, che ne ha comunque bocciato la prestazione (“un disastro”), mentre promuove vincitori la coppia della Florida Jeb Bush, ex governatore, e Marco Rubio, senatore, il più giovane in lizza. Politico.com ha sondato l’elettorato repubblicano di Iowa e New Hampshire, gli Stati che aprono la stagione delle primarie: Trump viene criticato per tutte le sue risposte, a partire dai commenti misogini; Jeb è l’usato sicuro; Rubio “rappresenta la speranza per l'America, ha offerto risposte articolate e una buona energia”.

L’eccentrico miliardario e showman, finora nettamente in testa, nei sondaggi, al lotto degli aspiranti alla nomination, ha costretto i suoi rivali ad affannarsi per cercare di ottenere un po’ di attenzione e li ha pure indotti a coalizzarsi contro di lui, con l’effetto di apparire il solo che diceva cose diverse e ‘vere’.

La Fiorina, che non ne subiva i condizionamenti, ammette che Trump, campione dell’ ‘anti-politica’, coagula la rabbia degli americani contro Washington, ma ne denuncia la fragilità di visione e programmi: “In base a quali principi –s’è chiesta-, Donald governerebbe l’America?”.

Lui ne ha dato qualche squarcio, certo non brillante. Ha fra l’altro affermato di sentirsi al di sopra alle regole di coerenza - per via delle sue opinioni mutevoli -, 'fair play' e "politicamente corretto": “Uno dei problemi di questo Paese e l'essere politicamente corretti", ha detto.

Messo sotto pressione dalla moderatrice, la giornalista Megyn Kelly, per le dichiarazioni in cui aveva definito le donne "grasse scrofe", "cagne" e "sciatte", Trump ha tagliato corto con rudezza, sostenendo che era una domanda di "correttezza politica" cui non si sentiva in dovere di rispondere. Passando all'attacco, Trump ha puntato il dito contro la moderatrice, accusandola di non trattarlo bene: "Onestamente, Megyn, se quello che dico non ti piace, mi dispiace”; “Sono stato molto carino con te, nonostante avrei anche potuto risparmiarmelo per come mi hai trattato", ha detto il magnate dell’immobiliare, che ha una base elettorale soprattutto maschile –e non l’ha certo ampliata fra le donne con la sua prestazione-.

Molti aspiranti candidati repubblicani, fra cui il neuro-chirurgo nero Ben Carson, che parlava di sé in terza persona, si sono presentati come il miglior anti-Hillary possibile. Dal canto suo, la Clinton, impegnata a Los Angeles in una raccolta di fondi, li ha tutti accomunati in un giudizio tagliente: “Resto incredula, quando li sento”, ha detto, prima di concedersi a un selfie con Kim Kardashian che, sui social media, fa concorrenza al dibattito repubblicano.

Il calendario dei dibattiti

Il dibattito di Cleveland, nell’Ohio, uno degli stati chiave per la Casa Bianca, è stato il primo di sei, che avranno regole di selezione dei candidati ciascuno diverse: il prossimo andrà in onda sulla Cnn il 16 settembre da Simi Valley, in California, dove c’è la biblioteca presidenziale di Ronald Reagan. Gli altri seguiranno il 28 ottobre sulla Cnbc e, poi, uno al mese a novembre, dicembre, gennaio, tutti prima dell’inizio delle primarie.

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