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lunedì 23 dicembre 2013

Italia/Ue: presidenza 1, Milan l’è on gran Milan

Scritto per EurActiv il 23/12/2013

Milan l’è on gran Milan, recita l’orgoglio meneghino. Ed Enrico Letta vuole farne la capitale della presidenza di turno italiana del Consiglio dell’Ue, nel secondo semestre 2014.

Milano è nella storia dell’integrazione europea, col Vertice al Castello Sforzesco – giugno 1985 -: un Vertice nel segno dell’allora premier Bettino Craxi, che, dopo gli anni di stasi legati al problema britannico, innescò il rilancio del progetto europeo.

Da allora, però, Milano non ha più avuto un ruolo da protagonista nell’Ue. Ora, invece, una singolarità del semestre di presidenza di turno italiana sarà che tutte, o quasi, le riunioni informali –una quindicina, probabilmente- si svolgeranno a Milano, alla Fiera.

La tradizione italica, ma non solo, è che le riunioni informali si tengano in giro per il Paese, in genere in località legate al ministro che presiede l’incontro. Per il semestre italiano, uno dei punti interrogativi riguarda il Gimnich dei Ministri degli Esteri, a inizio settembre,

L’idea di Milano sede fissa delle riunioni informali è fortemente sostenuta, a quanto si apprende da fonti bene informate, dal premier Letta, in un’ottica di lancio dell’Expo 2015. Un discorso che bene si adatta ad appuntamenti come il vertice Ue-Asem, in programma a ottobre, che l’Italia ha insistito si facesse a Milano e non, come previsto, a Bruxelles.

Quell’evento porterà nella città dell’Expo decine di delegazioni europee e, soprattutto, asiatiche, che di lì a sei mesi saranno protagoniste dell’esposizione universale, una Expo che l’Italia tende a presentare come ‘europea’, essendo l’unica a svolgersi nel territorio dell’Unione nell’ambito di un ventennio.

Ma per altre riunioni, più tecniche –l’Eurogruppo e l’Ecofin- o più di nicchia –l’agricoltura, l’ambiente, etc-, non è chiaro in che misura la scelta di Milano possa essere vincente. Se ne vedono, invece, alcune controindicazioni: il peso sulla città, in termini di traffico e d’intralci, di eventi a ripetizione e concentrati nel tempo –quasi tutti i Consigli informali saranno a luglio o a settembre-; e lo scarso richiamo mediatico che riunioni secondarie rischiano di avere in una grande città, mentre ne avrebbero senz’altro di più in località meno aduse al turismo diplomatico.

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