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mercoledì 4 dicembre 2013

Ucraina: la sfiducia non passa, la protesta non si placa

Scritto per Il Fatto Quotidiano dello 04/12/2013

La mozione di sfiducia non passa. Ma la protesta continua e i palazzi del potere restano assediati. Il presidente Yanucovich e il suo governo “chiedono perdono” per la violenza con cui la polizia, domenica, ha represso le manifestazioni scoppiate dopo che l’Ucraina, seguendo il diktat di Mosca, non aveva firmato un accordo di associazione con l’Ue.

La mozione di sfiducia, presentata da tre movimenti d’opposizione, ha raccolto 186 voti, contro i 226 necessari: il testo denunciava le violenze sui manifestanti e “la vendita dell’Ucraina alla Russia”.

Prima del voto, il premier Azarov ha annunciato un rimpasto del governo, a seguire le dimissioni del capo della polizia di Kiev. Ma il premier ha pure avvertito gli oppositori sulle conseguenze “penali” di atti “illegali”. Tre manifestanti sono stati arrestati, con l’accusa di avere fomentato gli incidenti di domenica.

Il dibattito in Parlamento è stato animato. Secondo Azarov, l’integrazione europea dell’Ucraina va avanti (ma l’Unione deve mettere sul tavolo un aiuto economico). Dopo tre anni di negoziati, l’accordo di associazione doveva essere firmato a Vilnius il 29 novembre, al Vertice dell’Ue con i vicini dell’Europa orientale: Moldavia e Georgia l’hanno sottoscritto; Ucraina ed Armenia, più ligie a Mosca, no.

Dopo il voto, decine di migliaia di persone si sono riunite sulla piazza dell’Indipendenza, arringate da uno dei leader dell’opposizione, il pugile Klitschko: “Non mollate”. L’ex presidente Yushenko, leader nel 2004 dalla Rivoluzione Arancione, chiede al potere di dialogare con i manifestanti, “altrimenti la situazione potrebbe divenire incontrollabile nei prossimi giorni”. Ma se Kiev è in subbuglio, Donetsk, roccaforte di Yanukovich, resta tranquilla.


Il presidente è in missione in Cina: il momento non è propizio alle visite all’estero –ammette-, ma – dice -il viaggio recherà benefici all’economia ucraina . Dopo Pechino, Yanucovich andrà a Mosca, a firmare un piano di cooperazione con la Russia (che intanto concede una dilazione nel pagamento del gas). E l’Ucraina torna a essere terreno di frizione tra Usa ed Ue, da una parte, e Russia, dall’altra.


I quattro protagonisti di dieci anni di saga ucraina

Viktor Yushenko - Segnato in volto dal tentativo d’eliminarlo con la diossina, Yushenko, 59 anni, premier dal 1999 al 2001, leader della Rivoluzione Arancione, è stato presidente dal 2005 al 2010. Uscito vittorioso da un braccio di ferro elettorale con Yanucovich, Yushenko perse presto seguito: nel 2010, non arrivò al ballottaggio nelle presidenziali vinte da Yanukovich sulla Tymoshenko.

Yulia Tymoshenko - Alleata di Yushenko nella Rivoluzione Arancione, premier a due riprese, Yulia, 54 anni, è la leader del partito Patria. Condannata nel 2011 a sette anni, sconta in carcere la pena. Prima di fare politica era in affari nell’industria del gas ed era una delle persone più ricche d’Ucraina. Nel 2005 Forbes la considerava la terza donna più potente al mondo.

Viktor Yanukovich - Originario di Donetsk, filo-russo, 63 anni, Yanukovich, leader del partito delle Regioni, è stato premier per tre volte tra il 2002 e il 2007: sconfitto a due riprese da Yushenko nelle presidenziali del 2005, è presidente dal 2010. E’ più vicino a Mosca che a Bruxelles e ha una linea meno incline all’avvicinamento con l’Ue di Yushenko e della Tymoshenko.

Vitali KlitschkoCome in un film di Stallone, Klitschko, 42 anni, è il campione del mondo dei massimi Wbc: eletto al Parlamento  per l'Alleanza democratica ucraina per la riforma, è oggi un leader dell’opposizione. Soprannominato ‘Dr. Iron Fist’, Klitschko intende partecipare alle elezioni presidenziali del 2015, una scadenza che condiziona in questo momento la politica ucraina.

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